Focus

Cicloturismo: il turismo sostenibile passa attraverso le due ruote. L'Abruzzo e la mobilità ciclistica

Turismo sostenibile, mobilità alternativa, bike sharing. Crescono sempre di piu’ gli appassionati delle due ruote.

Pubblicato

il

Mobilità sostenibile, bike sharing, cicloturismo: parole entrate a far parte del comune lessico, oltre ad essere diventate sinonimi di un nuovo modo di vivere la bicicletta e l’attività all’aria aperta.

Solo lo scorso anno, in Italia,  la vendita di biciclette ha superato il numero delle immatricolazioni di automobili con la conseguenza che la mobilità ciclistica  sta registrando un’espansione notevole soprattutto nelle grandi città, in particolare del nord Italia.

Rispetto agli anni passati la percorrenza  media passa dai 2,9 km del 2008 ai 3,4 km del 2013, con un impennata nell’aumento di cicloturisti, appassionati  che hanno scoperto un nuovo modo di vivere il turismo attraverso le due ruote.  Anche se  continuiamo ad essere il fanalino di coda rispetto alle nazioni del nord Europa dove, cicloturismobike sharing  sono realtà ormai piu’ che consolidate, questo modo alternativo di spostamento sta riscuotendo un discreto successo, aprendo le porte ad una filosofia che comprende un turismo alternativo, sostenibile, green.

La Germania, il Regno Unito e la Danimarca vantano una tradizione bike frendly ormai piu’ che consolidata: politiche favorevoli all’espansione e alla diffusione di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, la creazione di vie di percorrenza sicure e autonome rispetto a quelle dedicate alle auto, rettilinei che presentano lungo il tragitto strutture dotate di ogni comfort e servizio per chi sceglie questo tipo di spostamento integrata da  offerte culturali e di intrattenimento,  hanno permesso che il  cicloturismo divenisse una realtà in espansione  e, di conseguenza, perfettamente penetrata nelle abitudini dei cittadini e parte integrante, se non in taluni casi addirittura fondamentale, delle modalità di spostamento.

.Nel 2012 in Danimarca, è stata inaugurata una bike highway che collega la capitale, Copenaghen , alla periferia. Il successo di questo sistema di spostamento ha portato all’ampliazione di rete e servizi, come la creazione di velostazioni, di bike hotels e la nascita di un turismo orientato allo  slow bike.

Ma in tutta Europa sono molteplici le iniziative e le politiche introdotte per incentivare e incoraggiare la mobilità sostenibile e l’utilizzo delle due ruote.

A Londra sono stati investiti 1 miliardo di euro in politiche  a favore della bicicletta. Sono stati creati pub bike friendly che offrono una bevuta con negozio e officina adiacenti, beer bike, bancone itinerante, con una decina di posti che offre ristoro ai ciclisti.

Parigi, ai dipendenti che scelgono di recarsi a lavoro in bici, alcune aziende garantiscono un aumento in busta paga tra 0,21 e 0,25 centesimi per ogni km percorso.

In Italia un iniziativa simile è stata attuata  a Pescara, nel 2013, quando la FATER, azienda produttrice di pannolini  e assorbenti, propose ai suoi dipendenti un contributo a fondo perduto pari al 70% del costo di una bici a pedalata assistita.

Questo incentivo ha fatto si che 250 operai su 1000 ora si spostano da casa a lavoro in bici, con un risparmio di circa 50 euro mensili sul carburante.

Ma com’è la situazione in Abruzzo? Lo abbiamo chiesto a due persone che, nel cicloturismo, hanno investito idee e progetti: i responsabili dell’Associazione  Cicloturismoabruzzo , con sede ad Alba Adriatica.

Come nasce questa iniziativa ?

Nasce con lo scopo di tutelare e valorizzare l’ambiente attraverso la promozione dell’uso delle due ruote, con iniziative per lo sviluppo e e la pratica di escursioni cicloturistiche.

Noi  mettiamo a disposizione del cicloturista delle guide esperte  con un diretto coinvolgimento dell’operatore turistico che predispone servizi di appoggio ai ciclisti su tutto il territorio regionale. Ormai sono sette anni  che collaboriamo con diverse strutture alberghiere e tra le nostre offerte c’è anche quella di family bike, in cui mettiamo a disposizione le bici per tutta la famiglia e li guidiamo in escursioni alla scoperta dell’entroterra vibratiano.

Le amministrazioni locali facilitano questo tipo di offerta turistica alternativa?

E’ da dire che la Regione ha recepito questa esigenza di un turismo verde in modo eccellente.

Sono previsti investimenti per vari progetti in questo senso, come il  “Bike to coast”, lo sviluppo di una pista ciclopedonale di ben 131 km, che parte da Martinsicuro per arrivare a San Salvo, la creazione di piste ciclofluviali, il bike sharing con ricarica fotovoltaica, in cui   i comuni  della Val Vibrata si dovranno impegnare a prestabilire delle colonnine per la ricarica delle bici da dislocare su punti strategici del territorio.

Inoltre è stata attuata una mappatura del territorio abruzzese e definiti gli itinerari di percorribilità.

Ora siamo stati invitati, assieme ad altre associazioni, al Tavolo di lavoro indetto dalla Regione per discutere di questi  progetti. I fondi ci sono, speriamo in una loro tempestiva attuazione.

E poi è da sottilineare il fatto che abbiamo avuto una bella risposta dalle strutture ricettive  dell’entroterra, con cui attuare una bella collaborazione.

Lo scorso agosto , il comune di Controguerra ha indetto la prima “Wine & Bike”, escursione guidata in compartecipazione con le cantine e le aziende locali in cui il turista ha potuto degustare i prodotti tipici e ammirare i meravigliosi paesaggi dell’entroterra vibratiano. Di questo siamo grati all’amministrazione comunale e al sindaco Carletta che ha permesso tutto cio’.

Si sta sviluppando, in questo modo, un nuovo modo di vivere il turismo in bici, il cosiddetto SLOW BIKE, in cui il cicloviaggiatore ha l’opportunità di conoscere  il territorio con le sue eccellenze enogastronomiche.

E questa è un ottima risposta al problema della destagionalizzazione dei nostri luoghi, a vocazione prevalentemente turistica.

L’Abruzzo ha una grande ricchezza: le sue bellezze ambientali.

Una buona politica orientata in questo senso attraverso l’incentivazione di un turismo verde, la riqualificazione dei parchi fluviali, la manutenzione e la creazione di piste ciclopedonali  e un buon marketing territoriale che esalti e valorizzi le (tante) eccellenze presenti sul territorio potrebbe essere la risposta più esaustiva per uscire da una crisi economica, tra le peggiori degli ultimi anni.

 

 

 

Più letti

Exit mobile version