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Giornate FAI: alla scoperta delle ricchezze d'Italia

Il primo weekend di primavera ha coinciso, come di consueto, alle giornate promosse dal Fondo Ambientale Italiano, dedicate alla conoscenza e valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico del nostro Paese. E la risposta degli italiani, a questa occasione, non si è fatta attendere

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Sembrava non dovesse arrivare mai, persa tra le piogge e le perturbazioni delle ultime settimane, ma anche quest’anno la primavera è giunta, preceduta da  fenomeno eccezionale, un eclisse di sole come non se ne vedeva da anni. E, nel weekend che coincide con l’equinozio, tutta la Bellezza del nostro meraviglioso e incompreso Paese, si è mostrata al grande pubblico grazie all’iniziativa del Fondo Ambientale Italiano, le Giornate Fai.

Quest’anno si è arrivati alla 23° edizione, e si è registrata un’affluenza di tutto rispetto: circa 650.000 persone si sono messe in coda per visitare i 780 beni aperti in 340 località in tutta Italia. I volontari sono stati 7000 e 25000 gli apprendisti Cicerone che hanno spiegato, illustrato, decantato monumenti e beni architettonici e paesaggistici.

Tante persone hanno trascorso un weekend diverso dal solito, hanno avuto la possibilità di visitare beni solitamente chiusi al grande pubblico, ammirare, godere, degli innumerevoli tesori della nostra penisola, scoprire ricchezze di cui, magari, se ne ignorava l’esistenza. Ed avvicinarsi ad un mondo non promosso ed incentivato come meriterebbe.

L’attrazione che ha registato la piu’ alta affluenza di visitatori è stato il carcere Buoncammino di Cagliari, mentre piu’ di 5000 persone hanno atteso pazientemente di visitare la Cattedrale di Matera, chiusa da 15 anni. Solo la città di Napoli non ha aperto le porte delle sue bellezze al pubblico, questo weekend, a causa della visita del Papa, ma l’appuntamento è stato semplicemente posticipato al prossimo fine settimana.

In Abruzzo i siti aperti ,per la gioia del pubblico,  sono stati 41, distribuiti nelle quattro province.

Al di là dei luoghi comuni, che vuole la cultura come un “bene che non paga”, la grande affluenza alle giornate Fai, negli ultimi anni, smentisce categoricamente quest’affermazione. 7.800.000 visitatori si sono riversati nelle chiese, nei palazzi nobiliari, nei giardini delle ville, solitamente secretati al grande pubblico, nelle caserme, nei castelli, nei siti archeologici e addirittura negli studi televisivi  a dimostrazione che la Bellezza continua ad essere un “balsamo dell’anima”.

Un Paese come il nostro, scrigno di arte e storia, viene snobbato proprio da chi ha la fortuna inestimabile di viverci e forse il motivo è da ricercarsi nel fatto che , proprio perché circondati da opere d’arte, l’italiano è in qualche modo assuefatto e quindi indifferente. O forse, in un paese  in cui si decide di sopprimere materie come la Storia dell’Arte, a scuola, l’indifferenza al bello è semplicemente una diretta e ovvia conseguenza.

Un barlume di speranza a questa triste situazione è dato proprio dalle giornate indette dal Fai che riescono a coinvolgere soprattutto i giovani.

I piccoli apprendisti Cicerone, spesso ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori,  con la loro partecipazione al progetto, hanno dato un apporto considerevole all’iniziativa, oltre ad avvicinarsi ad un mondo notoriamente distante e poco considerato. Unitamente ad un intenso battage televisivo, la settimana che la RAI ha dedicato a sostegno della FAI con spot e ampi sipari all’interno di programmi d’intrattenimento, è stata promossa una raccolta fondi per la manutenzione e la conservazione del patrimonio artistico italiano attraverso l’invio di sms e la possibilità di donare una libera offerta nei gazebi preposti.

Ben vengano iniziative di questo genere. Il paese ha bisogno di piu’ giornate Fai, di progetti vòlti ad avvicinare le persone al Bello, ad essere educato a  prendersi cura delle meraviglie artistiche e architettoniche che il territorio, immeritatamente, offre, a proteggere contro l’incuria e la disattenzione di chi, invece, preferisce apportare i tagli economici proprio ad una risorsa umana, turistica e sociale tanto importante. La ricchezza artistica italiana è un patrimonio civile e morale di inestimabile valore, ci dona senso di appartenenza, Umanità, contatto con la parte piu’ alta e profonda della nostra natura, troppe volte fagocitata ed annientata da un Tempo in cui superficialità, materialismo e grettezza sembrano essere i valori dominanti.

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