Editoriale

Intervista alla GMI di Alba (Giovani Musulmani d’Italia): “L'Islam vuol dire pace e nel Corano è scritto il rispetto per le altre religioni”

In questo viaggio, intrapreso con la GMI di Alba, all’interno della cultura islamica, le lenti ottiche che la cultura occidentale ci aveva fornito e con cui siamo abituati ad osservarla, si frantumeranno al suono di parole come ‘pace’ e ‘libertà’. Capiremo che tutto l’odio che viene propinato dal fondamentalismo islamico è solo propaganda e che l’operazione compiuta da media occidentali, non fa altro che coltivare semi di terrore e alimentare luoghi comuni, che nulla hanno a che fare con questa religione

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Questa volta, cari lettori de Il Martino, vogliamo invitarvi ad intraprendere con noi un viaggio. Un viaggio all’interno di una religione e cultura, attualmente poco capita perché contaminata da sterili luoghi comuni e che invece, andrebbe vista ed affrontata più da vicino per scoprirne, attraverso le parole e il cuore di chi la vive ogni giorno, il vero significato e senso.

Per farlo è necessario spostarci in Piemonte e precisamente ad Alba, un Comune della provincia di Cuneo che conta più di 70.000 abitanti. Ebbene, in questa Città, veniamo a sapere tramite Facebook, esiste una Comunità islamica.

La conoscenza è avvenuta per un casuale errore geografico. Girando per il social network, ci imbattiamo in alcune foto che immortalano i volti solari e sorridenti di giovanissimi ragazze e ragazzi di fede musulmana, impegnati a far conoscere la loro religione tramite laboratori ed attività aperte a tutti: cristiani, ebrei, buddisti, atei. Cartelloni dove si chiedeva: “Vuoi sapere come si scrive il tuo nome in arabo?” oppure “Ti piacerebbe fare il nostro tipico tatuaggio con l’henne?”. Su uno di questi, vicino alla sigla GMI (Giovani Musulmani d’Italia) spunta il nome della Città: Alba. Immediatamente il pensiero va ad Alba Adriatica. Pensiamo: “Quale occasione migliore per far conoscere questa realtà alla nostra Martinsicuro?”. Contattiamo il gruppo tramite Facebook ma veniamo smentiti subito dopo qualche minuto. Purtroppo, non si tratta della nostra città limitrofa ma di un Comune del Piemonte. Tuttavia, se vogliamo, sarebbero ben lieti di rilasciarci un’intervista. E dunque, non potevamo lasciarci sfuggire questa occasione che ci consentirà di conoscere il volto vero dell’Islam nella sua vera essenza attraverso la voce delle nuove generazioni.

Per quanto riguarda la comunità islamica di Alba, “essa è una realtà che esiste da almeno 30 anni – ci dicono – ed è nata con l’arrivo di immigrati musulmani. Essi necessitavano di un luogo di culto, che inizialmente erano umidi scantinati o garage”. E continua: “Durante il corso degli anni, con il costante arrivo di nuovi musulmani, si é poi deciso di costruire quella che ora è la nostra attuale Moschea”. Ma questi giovani ragazzi, pieni di buoni propositi, all’interno della comunità musulmana di Alba hanno formato un gruppo, che fa riferimento alla GMI e cioè alla comunità dei ‘Giovani musulmani d’Italia’. Ci spiegano che: “la GMI ad Alba é nata da un gruppo di ragazzi che avevano bisogno di un luogo d’incontro giovanile da prendere come punto di riferimento. Attualmente siamo una ventina tra ragazzi e ragazze, dai 12 ai 33 anni che hanno deciso di fare dell’Islam uno stile di vita, in quanto ci insegna come vivere e comportarci nella pace, oltre che a liberarci da tutto ciò che inquina la mente, lo spirito e il corpo”. Ecco che le lenti ottiche che la cultura occidentale ci aveva fornito e con cui siamo abituati ad osservare la religione islamica, si frantumano al suono di parole come ‘pace’ e ‘libertà’. Tutto l’odio che viene propinato dal fondamentalismo islamico è solo propaganda politica e l’operazione compiuta dai media occidentali, non fa altro che coltivare semi di terrore e nutrire luoghi comuni, che nulla hanno a che fare con questa religione. Tutto il ghiaccio attorno ad essa si scioglie come neve al sole quando la GMI rincara la dose affermando che: “L’Islam vuol dire pace e nel Corano è scritto il rispetto delle altre religioni”. Se si sta a queste parole del Testo Sacro “si può subito capire che tutti coloro che vogliono diffondere l’Islam (o così vogliono far credere) con la guerra ed uccidendo persone innocenti, non hanno nulla a che fare con la nostra religione”. Inoltre ci ricordano un altro dato importante e su cui, in vari editoriali ed articoli, anche Noi abbiamo sempre cercato di porre l’accento: un fondamentalismo Islamico dovrebbe mietere le sue vittime tra chi non è di religione musulmana, invece, fino ad ora, la stragrande maggioranza dei morti sono stati tra gli appartenenti della loro stessa religione. Di qui capiamo benissimo come  “queste persone usino la religione islamica come scudo e come arma per altri fini”. Proprio per questo, all’interno della loro comunità (GMI) non si predica odio ma “si cerca di imparare i principi quella religione islamica, scevra da qualsiasi estremismo, per poter essere utili alla società attraverso piccoli ma significativi eventi di conoscenza e di inserimento dei giovani nel mondo del volontariato”.

Altro argomento molto controverso e usato da quelle nostre finte femministe che in campagna elettorale se ne vanno in giro a togliere il velo dai capi delle donne musulmane, quasi fosse segno di libertà e senza avere alcun minimo rispetto della loro cultura e sensibilità, è quello relativo alla figura della donna all’interno della cultura islamica. Anche qui, crolla un ennesimo castello di sabbia. Infatti, ed è proprio una giovane ragazza a parlare, “l’islam vede la donna, sia essa nubile sia essa sposata, come un individuo con un proprio cervello, con dei diritti, con dei doveri e con la facoltà di disporre di beni e denaro proprio. Ella conserva il suo cognome dopo il matrimonio. Il Profeta (pace e benedizione su di lui) disse: ‘il più perfetto nella fede tra tutti i credenti é colui il quale tratta la propria moglie con i modi più gentili”.

Tuttavia, nonostante, il clima di terrore che qualche partito cerca di diffondere per qualche voto in più, questi ragazzi non hanno mai subito episodio di razzismo. “Sicuramente – ci dicono – non mancano gli sguardi strani alla vista di un velo o per come sei vestito, ad esempio per andare in moschea. Tuttavia, crediamo sia una cosa ‘normale’ visto tutto il clima di terrore che viene costruito attorno alla nostra religione”.

Un’altra spina nel fianco per il mondo musulmano è sicuramente rappresentato dal rapporto con Islarele. “Il conflitto tra israeliani e palestinesi  – ci spiega la GMI – é un conflitto che dura da più di 100 anni ed é un argomento molto delicato a cui non viene data l’importanza dovuta. Ci sono stati vari tentativi dell’ Onu di ridisegnare e ripartire il territorio tra i due popoli ma, come si può ben vedere, non sono andati a buon fine. Non é facile trovare una soluzione che accontenti entrambe le parti ma sicuramente un modo sarebbe quello di smetterla con una guerra sanguinaria che non ha portato a nulla, per poter parlare civilmente e giungere ad una soluzione condivisa da entrane le parti”.

Tra pochi giorni, precisamente il 17 Luglio, si concluderà il mese del Ramadan iniziato il 18 Giugno. Esso corrispose al nono mese del calendario musulmano e la cadenza di questo periodo varia di anno in anno. Esso lo si fa corrispondere al periodo in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e chiara prova di retta direzione e salvezza. Infatti i ragazzi della GMI di Alba ci confermano che: “Il mese di Ramadan é il mese più sacro dell’anno arabo perché è il mese in cui è ‘sceso’ – questo è il verbo che usano –  il Corano. É il mese del perdono, in cui i peccati più lievi vengono assolti. Un periodo per ricordarsi della realtà in cui viviamo e dove ci sono persone povere che digiunano tutto il giorno e non per scelta, ma perché non hanno soldi per comprare cibo e acqua. Proprio per questo, alla fine del mese, c’è una tassa obbligatoria, per chi può, da destinare ai meno fortunati. Infine, è in questo mese che ci si riavvicina alla famiglia, con la quale si passa più tempo e con i quali si condividono i momenti dei pasti mangiando il iftar, un tipico piatto con cui si stoppa il digiuno e che si consuma al tramonto”.

In questo viaggio compiuto con la GMI di Alba abbiamo conosciuto l’altro e vero Islam. Quello lontano dai luoghi comuni e dai predicatori d’odio che inquinano la religione musulmana facendone uno strumento di potere e terrore. Quell’Islam che smentisce chiunque afferma che le moschee siano luoghi di predicazione d’odio. La GMI di Alba ci ha mostrato che in queste moschee si predica l’amore, la pace e la fraternità. Un’Islam, molto più vicino al Cristianesimo di quanto potessimo pensare.

 

 

 

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