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Martinsicuro scelto dalla Suzuki per il suo spot pubblicitario

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CI sono posti, nel mondo, dove i pregiudizi ed una certa pigrizia di visuale, non permettono alle persone di vedere il bello di cui, invece, sono portatori. E’ il caso di Martinsicuro, luogo notoriamente denigrato dai suoi stessi abitanti al punto che le sue peculiarità ambientali e paesaggistiche passano sistematicamente in secondo piano, per lasciar spazio a scontento e lamentele. Questa visione delle cose, però, sembra non l’abbia avuta la Suzuki, nota casa automobilistica del Sol Levante che ha scelto un video, per promuovere la sua nuova auto, in cui il nostro paese, con il mare, al tramonto, fa da scenario perfetto al piu’ classico dei binomi: donne e motori. La realizzazione del video promozionale è stata affidata a Mario Silvestrone, noto fotografo locale che, ai nostri microfoni, ci ha illustrato ideazione e realizzazione di uno spot che attualmente circola su canale ufficiale dell’azienda automobilistica..

“ La Suzuki ha fatto un piano di lancio della serie nuova di automobili da immettere sul mercato e le ha date in prova alle dieci fashion blogger piu’ quotate, affinchè, sui loro blog, scrivessero dell’esperienza. Abbiamo contattato così, la modella e fashion blogger Eleonora Petrella, di “It-girl”, con cui in passato abbiamo avuto già diverse collaborazioni, con l’intento di realizzare un video in cui la Suzuki fosse in realtà la vera attrice protagonista: quel che ne è venuto fuori è piaciuto all’azienda tanto da inserirlo sul proprio canale ufficiale. Il molo di Martinsicuro, al tramonto, ha una verve tutta particolare che, a chi ci vive, non è chiara, ma ha una disposizione che dà sulla costa con un panorama meraviglioso. Di sicuro, abbiamo un sito poco sfruttato che ha rivelato tutte le sue potenzialità in un’ambientazione, al tramonto, che ha catturato noi e il committente, la Suzuki, in questo caso. Ecco perché spero, in futuro, di poter collaborare nuovamente con la casa automobilistica…. Sento tante lamentele, sul posto in cui vivo, tanto scontento diffuso da parte dei suoi abitanti, un forte senso denigratorio su tutto quello che riguarda Martinsicuro, e rifletto, immancabilmente, sul fatto che la lamentela produce invariabilmente, altrettante problematiche. Chi denigra un paese, lo denigra anche agli occhi dell’esterno, di chi magari sceglierebbe Martinsicuro per venire in vacanza, o per poter viverci tutto l’anno. E questo è un potentissimo deterrente per quelle persone che, invece, hanno colto il bello del paese tanto da sceglierlo per abitarvi. Io stesso, malgrado in passato avessi avuto l’opportunità di trasferire la mia attività, ho scelto di rimanere a Martinsicuro perché a me piace il mio paese! Lo trovo a misura d’uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti,. Forse può sembrare retorica, ma ritengo che è un paese che può essere valorizzato. Il problema rimane se continuano a sussistere le condizioni attuali: dalle strade dissestate, al lungomare fatiscente e, soprattutto, alla pulizia e manutenzione approssimative. Perché i cittadini di Alba Adriatica non denigrano il proprio paese? Io ho notato che c’è più vita e dinamismo nei comuni vicini che nel mio. Che i problemi siano ovunque, è un dato di fatto, ed un posto ideale di sicuro non esiste, ma la misura è anche un’ottica visiva: se si percorre il lungomare, da Porto d’Ascoli fino ad arrivare ad Alba Adriatica, saltano subito agli occhi le differenze. Ho più di una volta pensato che Martinsicuro sia l’”isola infelice” tra le sue vicine , e non parlo del lungomare spartano che, anzi, trova tutta la mia approvazione in quanto odio la cementificazione, quanto piuttosto ritengo che pulizia e decoro siano condizioni imprescindibili. Alla fine ci sono attività, come la pulizia, che sono a costo zero, perciò mi chiedo il motivo per cui non ci si dedichi a questo. Inoltre le strutture sono usurate, in modo particolare le panchine sul lungomare, ma nessuno interviene a risolvere il problema che, ripeto, non comporta chissà quali costi! Credo che, a monte, sia la volontà l’unica cosa che manchi davvero.

Ricordo quando, neppure troppo tempo fa, al molo c’erano le “bilance”, attrezzi di pesca caratteristici e che identificavano fortemente il luogo ma che sono state sapientemente rimosse dalla UE. A quanto pare, queste sono state definite illegali dalle nuove norme igienico sanitarie emesse dalla Comunità Europea e, la loro rimozione, all’epoca, suscitò una serie di proteste. E’ stato un vero peccato perché, oltre a donare un segno distintivo e caratterizzante al molo, potevano essere sfruttate a fini turistici.

Martinsicuro quanto si presta a set cinematografici o pubblicitari?

In realtà, non molto perché non ha né una parte “urban” e neanche una parte prettamente “wild”. Si, è vero, c’è il biotopo, ma alla fine anch’essa è una zona un po’ limitata in cui, al di là di 4 o 5 inquadrature, non si può girare di certo una sessione spot intera. Tutto il resto è fin troppo banale, di sicuro anni luce lontano dal contesto scenico e architettonico di Ascoli Piceno dove, recentemente, hanno girato lo spot di una nota compagnia telefonica. E neanche il Torrione Carlo V, per come disposto, puo’ costituire un set ideale. Nello spot della Suzuki abbiamo sfruttato un bel posto che, a mio parere, andrebbe incentivato : è un vero peccato lasciarlo abbandonato così. Si potrebbe realizzare un centro di aggregamento o, come detto prima, sfruttarlo a fini turistici, strappandolo dallo stato di degrado in cui attualmente versa. Il nostro storyboard ci imponeva di realizzare una ripresa con una situazione in cui era presente il mare e il tramonto: lo abbiamo realizzato a Martinsicuro per una questione di mera praticità, ma ritengo che sia un posto molto valido, il posto idoneo a quello che intendevamo realizzare. Questo, infatti, non è certo il primo lavoro che facciamo in paese: in passato vi abbiamo realizzato diversi spot pubblicitari e servizi fotografici. Il fatto che Suzuki Italia abbia scelto il nostro paese per il suo spot ci ha fatto, inconsapevolmente dono di una visione differente della città. Martinsicuro, in quel video, è presentata in un modo tale da offrire, a chi lo guarda, una visione differente del luogo e, di conseguenza, una diversa percezione. Se vedo un video in cui qualcosa, un luogo, in questo caso il mio paese, è presentato al meglio, di riflesso, penso che esso sia il posto piu’ bello del mondo.

 

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70 anni dalla scoperta del mammut di Scoppito: gli eventi in programma

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mammut 70 anni l'aquila scoppito

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile nella cava Santarelli di Madonna della Strada, località del Comune di Scoppito, ha organizzato una serie di eventi per celebrare la scoperta.

L’AQUILA – Nel marzo del 1954, presso la cava Santarelli, ubicata in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito, è stato portato alla luce un eccezionale ritrovamento: il mammut oggi esposto al Munda, Museo nazionale d’Abruzzo. Per celebrare i 70 anni della scoperta del mammut di Scoppito, il Munda ha organizzato una serie di eventi.

Il fossile, di 1.300.000 anni, reperto importantissimo della preistoria italiana, fra i più completi d’Europa, ha arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

La Mostra documentaria

Le recenti ricerche d’archivio impongono la revisione della data della scoperta. È infatti del 17 marzo 1954 l’informativa dell’Anonima Materiali Argillosi alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise con la quale si comunicava il ritrovamento, da parte degli operai della fornace, dei primi resti. La notizia fu poi diffusa qualche giorno dopo, il 25 marzo, dal Corriere della Sera e ripreso da altre testate i giorni successivi.

Questi passaggi, oltre alle recenti donazioni di foto inedite, oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare sotto la direzione della professoressa Angiola Maria Maccagno, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Roma, con la collaborazione di Antonio Ferri nel restauro.

È del 15 novembre 1957 l’importante documento del Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, Guglielmo de Angelis d’Ossat, per conto del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, che dichiara il suo interessamento nel garantire l’allestimento di una sezione di paleontologia presso il Museo Nazionale d’Abruzzo con il Mammut, poi esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.

L’accessibilità inclusiva

Grazie ad una consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3D: uno con  il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’ABAQ Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, durante la conferenza stampa, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Questa attività di ricerca sulle modalità di apprendimento dell’immagine e dei processi cognitivi nelle persone non vedenti e ipovedenti si avvale della professionalità accademiche del laboratorio di modellazione dell’Accademia di Belle Arti e della tiflodidattica, tramite le tecniche di percezione tattile del rilievo operate dalla tiflologa,  volte a verificare il grado di acquisizione e restituzione dell’immagine, esperita al tatto e successivamente ricostruita nella mente dell’utente.

I modelli 3D tattili potranno essere fruiti anche dai visitatori normovedenti, preziosa opportunità per attivare una sensorialità troppo spesso inibita, anche per la consapevolezza dell’impossibilità di toccare le opere d’arte nel contesto di una visita museale.

Video

Due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, che si ringrazia per la concessione di utilizzo: Uscito dalla preistoria, durata 55’’e Lo scheletro di un grosso mammuth trovato presso L’Aquila, segnalato dal Presidente del CdA di Abruzzo film Commission Piercesare Stagni, Rep. Incom. senza sonoro, durata 3’, completano la suggestiva ricostruzione animata del Mammut già in proiezione nel Bastione realizzata dal Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo.

Tecnologia realtà aumentata

È stata possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili con tecnologia AR core per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un QR code sulla pedana, i visitatori potranno avere un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. RUP Maria Rita Copersino – Segretariato Regionale MiC -Abruzzo

Convegno scientifico

Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale “Il Mammut del Castello – Settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene” per condividere i risultati acquisiti attraverso nuove metodologie di indagine e  restauro. Verranno affrontati diversi aspetti scientifici quali l’evoluzione geologica del bacino aquilano, la paleobotanica e paleoclima; il confronto tra il Mammut meridionalis di Madonna della Strada con gli altri elefanti del Pleistocene; lo stato dell’arte della diagnostica e del restauro; l’esemplare nella realtà aumentata 3D e bodymass; i primi risultati della paleopatologia, nonché il tema del ruolo sociale attuale della divulgazione scientifica.

Annullo filatelico

Per rafforzare il potenziale narrativo è stato previsto un annullo filatelico dedicato al Mammut

Accompagnamento didattico

Si sta provvedendo, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento  ai visitatori per una maggiore conoscenza del Mammut.

Premio Fossili regionali

Nel corso della conferenza stampa la direttrice del MuNDA Federica Zalabra ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut per la Regione Abruzzo consegnata da due membri del comitato regionale della Società Paleontologica Italiana e la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano dell’Università degli Studi della Sapienza. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società Palaeontologist in Progress e il Consiglio SPI per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.

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Ancona

A Castelfidardo “Il Condominio Sogni” con Neri Marcorè, promosso dalla Lega del Filo d’Oro

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IL CONDOMINIO SOGNI

ANCONA – Il 13 marzo 2024 alle ore 21, presso il Teatro Astra di Castelfidardo, va in scena lo spettacolo “Il Condominio Sogni”, una produzione della compagnia Il Cantiere dei Sogni, per la regia di Gianni Giorgetti e Marinella Sbiroli, con l’adattamento testi di Francesco Mercurio, l’arrangiamento musicale di Alberto Bodini, i costumi di Fiorisa Bonifazi e le coreografie di Alessia Piscini.

La pièce teatrale, promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S. – Ente Filantropico e patrocinata dal Comune di Castelfidardo, con il contributo di Neri Marcorè e il Maestro Leonardo De Amicis – rispettivamente testimonial e ambassador della Fondazione – rappresenta un viaggio emozionante che attraverso il potere dei sogni abbraccia un forte messaggio di inclusione.

La compagnia teatrale “Il Cantiere dei Sogni” è composta da ragazzi e ragazze con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, volontari e attori amatoriali. Grazie alla forza creativa dell’immaginazione, i ragazzi della compagnia riescono a valicare i limiti imposti dalla disabilità: l’attività teatrale rappresenta la possibilità di andare oltre se stessi, oltre il buio e il silenzio, permettendo loro di esprimersi sviluppando le proprie capacità. Sul palcoscenico, infatti, va in scena l’attore, non la sua disabilità e con questo approccio positivo ed inclusivo la compagnia intende mettere sempre al centro la persona, valorizzandola nel suo percorso creativo, che trova espressione nel corpo e quindi nel movimento. Ecco che ogni gesto si trasforma in un potente strumento di comunicazione e autentica espressione, aiutando chi non vede e non sente ad uscire dall’isolamento imposto dalla propria condizione.

“Il lavoro della Lega del Filo d’Oro è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Questo stesso approccio inclusivo accomuna la compagnia teatrale Il Cantiere dei Sogni, che porterà in scena un sogno diventato realtà: quello dei nostri ragazzi, che tutti i giorni affrontano la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio facendoci emozionare per ogni traguardo raggiunto, come questo spettacolo che li vede protagonisti di una importante iniziativa di inclusione”.

“Il Condominio Sogni” è uno spettacolo che con la sua semplicità tocca nel profondo il cuore del pubblico. La trama, ambientata in un condominio, fa riferimento ad un tempo passato, in cui persino sognare era diventato difficile, fino a quando il divino Morfeo, accompagnato dai suoi fratelli Fantaso e Fobetore, decide di intervenire rivoluzionando le vite dei protagonisti, aprendo loro le porte dell’immaginazione onirica e della speranza. L’opera è, di fatto, un’allegoria: racconta dell’isolamento vissuto dalle persone sordocieche durante il lockdown e di quella luce di speranza, rappresentata dalla Lega del Filo d’Oro, che a sua volta è nata da un sogno ambizioso, ovvero quello di portare la luce del sogno a chi, vivendo isolato, non aveva il diritto di sognare. L’opera intende diffondere un forte messaggio di speranza sottolineando che “se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Lo spettacolo è ad ingresso libero.

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Abruzzo

Il New York Times celebra i vini abruzzesi: «scena vitivinicola entusiasmante»

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articolo del new york times sui vini abruzzesi

Eric Asimov, uno dei più importanti scrittori enoici del panorama statunitense, ha dedicato un articolo del New York Times ai vini abruzzesi: «L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

TERAMO – Cerasuolo e Montepulciano fanno girare la testa anche oltreoceano. Il New York Times ha dedicato un articolo entusiasta ai vini abruzzesi. La penna che l’ha firmato è quella di Eric Asimov, uno dei più celebri e stimati critici enoici a livello globale.

Il suo articolo intitolato “To Find Great Values in Italian Wine, Look to Abruzzo” (Per trovare grandi valori nel vino italiano, guarda all’Abruzzo, ndr) così comincia: «Ciò che sta succedendo nella scena vitivinicola abruzzese è entusiasmante e non solo per quanto riguarda i vini rossi. L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

Nel suo articolo celebra alcune delle tante famiglie che, con grande coraggio e innovazione, stanno apportando un cambiamento all’interno del panorama enologico della regione, esprimendo – al contempo – identità e coerenza con quelle che sono la storia e le tradizioni.

Un ritratto che esprime tenacia ma anche attaccamento al territorio e la voglia di emergere con vini che possono esprimere il carattere delle uve autoctone, dal Montepulciano D’Abruzzo al Trebbiano D’Abruzzo, con vini moderni e profondamente identitari.

“Questo genere di endorsement conferma che stiamo andando nella giusta direzione – dichiara Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – la spinta verso la qualità, la definizione delle sottozone e la revisione dei disciplinari con l’introduzione della menzione superiore aiuteranno i nostri produttori a specializzarsi sempre di più. Auspichiamo una grande crescita per il nostro territorio e siamo contenti che anche Oltreoceano si stiano sempre più interessando ai nostri progetti vitivinicoli.”

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