Ancona

Nuovo Inrca: un altro stop ai lavori dopo la sentenza del Consiglio di Stato

L’ospedale sud di Ancona è al quarto passaggio di ditta

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OSIMO – Ennesimo colpo di scena sui lavori del nuovo Inrca di Ancona, che dovrebbe nascere nella zona Aspio.

Il Consiglio di Stato ha annullato il contratto di appalto firmato dal governatore Ceriscioli e dalla Regione, condannata a pagare le spese legali. La magistratura ha ordinato il passaggio dei lavori alla Cmc, che quindi prenderà il posto della cordata Salc-Matarrese Srl. Per l’ospedale di Ancona Sud siamo già al quarto passaggio di mano (dopo il gruppo Gdm e la coop edile Imola Cesi). Non ci saranno altri ribaltoni: la decisione del Consiglio di Stato è definitiva e inappellabile.

Il Consiglio di Stato ha così  accolto l’appello dell’Associazione temporanea di imprese, composta da Cmc di Ravenna, Udaldi di Ascoli e ConsCoop di Forlì, la quale aveva impugnato al Tar la decisione della Regione di affidare i lavori all’Ati costituita dal Gruppo Salini e dalla Matarrese, nonostante quest’ultima fosse andata in concordato. Il Tar respinse il ricorso di Cmc Ubaldi ConsCoop, confermando l’appalto alla Salini seppur priva della Matarrese, che a inizio estate del 2014 ha avviato i lavori all’Aspio per costruire il nuovo Inrca con l’ospedale di rete della Valmusone.

Il Consiglio di Stato ha però dato ragione alla Cmc Ubaldi ConsCoop; questa sarebbe già dovuta subentrare alla Salini dopo l’addio di Matarrese in quanto quell’Ati non era più composta dagli stessi soggetti che avevano partecipato al bando regionale del 2011.

La Cmc subentrerà nell’appalto, ora si stimano altri due anni di lavori per il taglio del nastro, che slitta al 2018 dopo una serie incredibile di rinvii, fallimenti dei costruttori e battaglie legali tra le imprese. Prima di poter riprendere i lavori, i precedenti costruttori Salc-Matarrese dovranno calcolare l’importo delle opere già realizzate, chiedere il pagamento, quindi liberare l’area del cantiere per lasciare posto alla Cooperativa Muratori e Cementisti.

Di certo non è bel momento per la Regione sul tema sanità dopo le polemiche per la chiusura dei punti maternità di Osimo, Fabriano e San Severino.

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