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Ass. “Omnibus Omnes Tutti per tutti”. Intervista a Raffaella Melandri

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Da Il Martino cartaceo n. 32 del 2.5.2016

Raffaella è una ex amministratrice d’azienda, direttore commerciale che oggi si dedica principalmente alle sue attività artistiche e umanitarie. Fotografa e scrittrice, negli ultimi quattro anni, ha pubblicato tre libri riscuotendo un successo a livello nazionale. La sua scrittura e i suoi reportage sono principalmente strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali.

Ama definirsi ‘viaggiatrice solitaria’ e durante i suoi viaggi, ci racconta, “sono stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo e qui mi sono dedicata, in qualità di etnografa, alla ricerca antropologica”. Proprio per questa sua passione, dal 2010 è membro adottivo della tribù dei Nativi Americani Crow, in Montana. Nel 2015 fonda l’Associazione Omnibus Omnes, di cui è socio e Presidente.

Per tornare ai dati, precedentemente elencati, essi si riferiscono al tragico terremoto che, l’anno scorso, ha colpito il Nepal. Un terremoto che sembra quasi dimenticato, nonostante quella terra pianga ancora le sue vittime. Dice Raffaella: “Dopo appena pochi mesi il terribile terremoto in Nepal del 25 aprile, il peggior terremoto degli ultimi 5 anni, tutto sembrava già dimenticato. Però, non lo hanno dimenticato certo i Nepalesi che, con il loro modo di essere dignitoso e fiero, non implorano aiuto, pur avendone bisogno”.

L’Associazione Omnibus Omnes, si è impegnata direttamente sul campo nelle terre martoriate dal sisma. Abbiamo chiesto, dunque, a Raffaella, di raccontarci quell’esperienza con tre aggettivi e di descriverci gli odori che si respiravano all’indomani di quella terribile catastrofe naturale. “Orgogliosi, dignitosi, forti” – dice Raffaella. “Sono questi gli aggettivi che descrivono i Nepalesi e il loro atteggiamento dopo il terremoto. L’odore era quello della polvere e della terra smossa per iniziare a ricostruire”. E continua: “Viaggiare non vuol dire conoscere luoghi ma percepire l’animo dei popoli. E il popolo nepalese è un popolo fiero, dignitoso e anche estremamente schietto e onesto. Ho visitato il Nepal diverse volte prima del terremoto e la sua gente è meravigliosa. L’amore per questo popolo, che mi ha dato tanto in termini umani, andava ricambiato subito. Non è giusto viaggiare come vampiri, succhiando lo spirito di un Paese senza sentirlo proprio e non aiutarlo nelle difficoltà. Aiutare un Paese vuol dire sentirsi parte di esso. Amare un Paese vuol dire essere pronti a vederlo nelle vestigia più spoglie e nelle rovine coperte di polvere. Vuol dire portare un sorriso laddove se ne sono ricevuti tanti”.

Concretamente, l’Associazione ha agito sul territorio in maniera esemplare. Infatti, dice Raffaella: “Ho preso subito contatti con i miei amici in Nepal cercando di individuare Associazioni affidabili con cui collaborare e a cui poter inviare aiuti e soprattutto che fossero in grado di usarli in maniera diretta, senza costi ausiliari. Per questo mi sono affidata all’Associazione Aawaji e il Mys. Noi di ‘Omnibus Omnes-Tutti per tutti’, abbiamo iniziato subito una raccolta fondi e spedito i soldi. Poi, a giugno, sono andata in Nepal a portare una mia donazione personale e a partecipare ad un intervento da Noi finanziato con distribuzione di aiuti e soccorsi per 150 famiglie nel distretto di Kavre. Da qui, è partita la seconda fase del progetto di Omnibus e MYS che prevedeva di aiutare a ricostruire una piccola scuola elementare a Unanchas Kilo, per quei bambini il cui unico desiderio era rivedere ricostruita la loro scuola”.

Da queste prime domande, notiamo che la motivazione e la passione che muove Raffaella in difesa dei diritti umani, sia qualcosa che pare trascenda questo nostro mondo e dunque, complicato da spiegare a parole. Tuttavia, vogliamo capire come essa si è alimentata. “Filosofeggiava utopisticamente Jack London nel 1901: ‘Con la rivoluzione industriale, presto le macchine ridurranno a poche ore al giorno il tempo necessario per lavorare e sostentare la famiglia, lasciando il tempo all’uomo per una elevazione morale e intellettuale’”. Tutto sbagliato – secondo Raffaella. “In realtà – dice – il tempo dell’uomo oggi si disperde troppo spesso in rivoli inutili: code nel traffico, beghe fiscali, rebus legali, chat su internet, trash tv. Ecco –prosegue – Io ho sempre sognato di elevare il significato della mia vita dedicandomi ad una o più cause umanitarie. Sono riuscita ad uscire, almeno in parte, dal ritmo frenetico che impone di andare avanti, a testa bassa, concentrati sulle cose materiali. Mi sono dedicata alla causa dei popoli indigeni e alla difesa dei diritti umani in generale. Il principio di dedicare la propria vita a se stessi è completamente errato: ci si arricchisce moralmente e umanamente solo nel confronto con realtà diverse e nel cercare di aiutare il prossimo. La mia vocazione in difesa dei diritti umani si è alimentata via via con le piccole gocce dei risultati che ho ottenuto. E poi, il nome con cui mi hanno adottato nella tribù dei Crow, è stato una rivelazione e una conferma: Baa kuuxsheesh, ‘aiuta gli altri’”.

Dal 10 al 13 febbraio si è tenuta un’asta di beneficenza il cui ricavato è stato destinato alle popolazioni del Nepal. Durante l’evento di presentazione delle opere si è unito anche il mondo della poesia contemporanea locale. A tal proposito vogliamo chiedere com’è nato l’evento e soprattutto l’idea di unire l’arte figurativa a quella poetica.  “Questo grande evento è stato organizzato dalla mia Associazione, Omnibus Omnes, con il Patrocinio del Comune di Ascoli Piceno e della Regione Marche. All’evento hanno partecipato e donato le loro Opere alcune delle eccellenze tra gli Artisti del Piceno: Daniele Camaioni, Teodosio Campanelli, Assunta Cassa, Paolo Consorti, Giulia Corradetti, Claudia Cundari, Gino Gentile, Simona Lucidi, Saverio Magno, Claudio Michetti, Giancarlo Orrù, Augusto Piccioni, Rossano Piccioni, Giorgio Pignotti, Sabatino Polce, Roberto Rossi, Pio Serafini, Mario Vespasiani, Rita Vitali Rosati.  Il Battitore d’asta è stato Valerio Rosa. Poi sono intervenuti, con poesie dedicate al Nepal, i poeti: Stanislao Aleandri, Enrica Loggi, Maria Giulia Mecozzi, Carlos Sanchez”. Il nome Le Fil Rouge, che ho scelto per l’evento, fa riferimento alla leggenda cinese secondo la quale, alla nascita, due persone sono legate da un filo rosso al dito mignolo. Proprio grazie a questo legame, esse sono destinate ad incontrarsi, amarsi ed aiutarsi. Questo nostro filo rosso è stato quello che ha congiunto il Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno e il Nepal. Quanto a unire arte figurativa e poesia, esse sono già unite dalle anime degli artisti che, in modo diverso, esternano la loro arte e le loro emozioni”.

Naturalmente, l’Associazione di Raffaella non si è occupata solo ed esclusivamente di portare aiuti alle popolazioni del Nepal. Infatti dice, “Sono stata tra i Pigmei Bakà del Camerun, tra i Dongria Khond in Orissa, in scuole per bambini degli slums a Nuova Delhi, tra i Boscimani del Kalahari, etc. Ho fatto sempre quello che potevo e, in alcuni casi, ho trovato altri che mi hanno ‘aiutato ad aiutare’. Tuttavia credo che la cosa più importante, al di là degli aiuti materiali, sia la divulgazione dei problemi reali, cosa che non viene in alcun modo fatta né dai media, né dai governi, né dalle multinazionali. I miei stessi occhi sono testimoni di situazioni che non sono mai state rese pubbliche e che ho pensato bene di documentare”. Per capire meglio, Raffaella ci fa un esempio di come i media, il più delle volte, invece di essere fruitori di realtà e verità, si sottomettono al Sistema. “Dal 23 settembre 2015 c’è stato il blocco del carburante da parte dell’India, unico fornitore del Nepal. Tutto ciò è avvenuto per questioni politiche. Ora, questo Paese, distrutto dal terremoto, si trova preda di un ricatto politico eppure, di questa situazione, nessuno di Voi ne ha sentito parlare”. E ancora: “I miei amici nepalesi mi hanno raccontato di medicine che scarseggiano da mesi, di gente che è morta di freddo perché senza riscaldamento”.

Raffaella è anche una bravissima fotografa-reporter. Documenta infatti tutti i suoi viaggi tramite l’arte della fotografia che per Lei, come ci conferma, “gioca un ruolo molto importante. Posso dire che la macchina fotografica è il mio terzo occhio. Con essa osservo il mondo e lo faccio osservare. Molti dei miei ritratti sono foto di anime e sentimenti, non di persone”.

Per ora i suoi progetti futuri rimangono top secret, quello che ci può dire, per concludere, è che ogni viaggio che ha intrapreso ed intraprenderà “lascia sempre una profonda impronta nel mio animo, oltre che ad una grande crescita personale e un profondo amore per le genti che incontro. Di me – continua – invece cerco di lasciare speranza e ottimismo per un futuro migliore”.

 

 

Focus

70 anni dalla scoperta del mammut di Scoppito: gli eventi in programma

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mammut 70 anni l'aquila scoppito

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile nella cava Santarelli di Madonna della Strada, località del Comune di Scoppito, ha organizzato una serie di eventi per celebrare la scoperta.

L’AQUILA – Nel marzo del 1954, presso la cava Santarelli, ubicata in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito, è stato portato alla luce un eccezionale ritrovamento: il mammut oggi esposto al Munda, Museo nazionale d’Abruzzo. Per celebrare i 70 anni della scoperta del mammut di Scoppito, il Munda ha organizzato una serie di eventi.

Il fossile, di 1.300.000 anni, reperto importantissimo della preistoria italiana, fra i più completi d’Europa, ha arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

La Mostra documentaria

Le recenti ricerche d’archivio impongono la revisione della data della scoperta. È infatti del 17 marzo 1954 l’informativa dell’Anonima Materiali Argillosi alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise con la quale si comunicava il ritrovamento, da parte degli operai della fornace, dei primi resti. La notizia fu poi diffusa qualche giorno dopo, il 25 marzo, dal Corriere della Sera e ripreso da altre testate i giorni successivi.

Questi passaggi, oltre alle recenti donazioni di foto inedite, oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare sotto la direzione della professoressa Angiola Maria Maccagno, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Roma, con la collaborazione di Antonio Ferri nel restauro.

È del 15 novembre 1957 l’importante documento del Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, Guglielmo de Angelis d’Ossat, per conto del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, che dichiara il suo interessamento nel garantire l’allestimento di una sezione di paleontologia presso il Museo Nazionale d’Abruzzo con il Mammut, poi esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.

L’accessibilità inclusiva

Grazie ad una consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3D: uno con  il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’ABAQ Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, durante la conferenza stampa, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Questa attività di ricerca sulle modalità di apprendimento dell’immagine e dei processi cognitivi nelle persone non vedenti e ipovedenti si avvale della professionalità accademiche del laboratorio di modellazione dell’Accademia di Belle Arti e della tiflodidattica, tramite le tecniche di percezione tattile del rilievo operate dalla tiflologa,  volte a verificare il grado di acquisizione e restituzione dell’immagine, esperita al tatto e successivamente ricostruita nella mente dell’utente.

I modelli 3D tattili potranno essere fruiti anche dai visitatori normovedenti, preziosa opportunità per attivare una sensorialità troppo spesso inibita, anche per la consapevolezza dell’impossibilità di toccare le opere d’arte nel contesto di una visita museale.

Video

Due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, che si ringrazia per la concessione di utilizzo: Uscito dalla preistoria, durata 55’’e Lo scheletro di un grosso mammuth trovato presso L’Aquila, segnalato dal Presidente del CdA di Abruzzo film Commission Piercesare Stagni, Rep. Incom. senza sonoro, durata 3’, completano la suggestiva ricostruzione animata del Mammut già in proiezione nel Bastione realizzata dal Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo.

Tecnologia realtà aumentata

È stata possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili con tecnologia AR core per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un QR code sulla pedana, i visitatori potranno avere un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. RUP Maria Rita Copersino – Segretariato Regionale MiC -Abruzzo

Convegno scientifico

Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale “Il Mammut del Castello – Settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene” per condividere i risultati acquisiti attraverso nuove metodologie di indagine e  restauro. Verranno affrontati diversi aspetti scientifici quali l’evoluzione geologica del bacino aquilano, la paleobotanica e paleoclima; il confronto tra il Mammut meridionalis di Madonna della Strada con gli altri elefanti del Pleistocene; lo stato dell’arte della diagnostica e del restauro; l’esemplare nella realtà aumentata 3D e bodymass; i primi risultati della paleopatologia, nonché il tema del ruolo sociale attuale della divulgazione scientifica.

Annullo filatelico

Per rafforzare il potenziale narrativo è stato previsto un annullo filatelico dedicato al Mammut

Accompagnamento didattico

Si sta provvedendo, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento  ai visitatori per una maggiore conoscenza del Mammut.

Premio Fossili regionali

Nel corso della conferenza stampa la direttrice del MuNDA Federica Zalabra ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut per la Regione Abruzzo consegnata da due membri del comitato regionale della Società Paleontologica Italiana e la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano dell’Università degli Studi della Sapienza. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società Palaeontologist in Progress e il Consiglio SPI per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.

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Ancona

A Castelfidardo “Il Condominio Sogni” con Neri Marcorè, promosso dalla Lega del Filo d’Oro

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IL CONDOMINIO SOGNI

ANCONA – Il 13 marzo 2024 alle ore 21, presso il Teatro Astra di Castelfidardo, va in scena lo spettacolo “Il Condominio Sogni”, una produzione della compagnia Il Cantiere dei Sogni, per la regia di Gianni Giorgetti e Marinella Sbiroli, con l’adattamento testi di Francesco Mercurio, l’arrangiamento musicale di Alberto Bodini, i costumi di Fiorisa Bonifazi e le coreografie di Alessia Piscini.

La pièce teatrale, promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S. – Ente Filantropico e patrocinata dal Comune di Castelfidardo, con il contributo di Neri Marcorè e il Maestro Leonardo De Amicis – rispettivamente testimonial e ambassador della Fondazione – rappresenta un viaggio emozionante che attraverso il potere dei sogni abbraccia un forte messaggio di inclusione.

La compagnia teatrale “Il Cantiere dei Sogni” è composta da ragazzi e ragazze con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, volontari e attori amatoriali. Grazie alla forza creativa dell’immaginazione, i ragazzi della compagnia riescono a valicare i limiti imposti dalla disabilità: l’attività teatrale rappresenta la possibilità di andare oltre se stessi, oltre il buio e il silenzio, permettendo loro di esprimersi sviluppando le proprie capacità. Sul palcoscenico, infatti, va in scena l’attore, non la sua disabilità e con questo approccio positivo ed inclusivo la compagnia intende mettere sempre al centro la persona, valorizzandola nel suo percorso creativo, che trova espressione nel corpo e quindi nel movimento. Ecco che ogni gesto si trasforma in un potente strumento di comunicazione e autentica espressione, aiutando chi non vede e non sente ad uscire dall’isolamento imposto dalla propria condizione.

“Il lavoro della Lega del Filo d’Oro è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Questo stesso approccio inclusivo accomuna la compagnia teatrale Il Cantiere dei Sogni, che porterà in scena un sogno diventato realtà: quello dei nostri ragazzi, che tutti i giorni affrontano la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio facendoci emozionare per ogni traguardo raggiunto, come questo spettacolo che li vede protagonisti di una importante iniziativa di inclusione”.

“Il Condominio Sogni” è uno spettacolo che con la sua semplicità tocca nel profondo il cuore del pubblico. La trama, ambientata in un condominio, fa riferimento ad un tempo passato, in cui persino sognare era diventato difficile, fino a quando il divino Morfeo, accompagnato dai suoi fratelli Fantaso e Fobetore, decide di intervenire rivoluzionando le vite dei protagonisti, aprendo loro le porte dell’immaginazione onirica e della speranza. L’opera è, di fatto, un’allegoria: racconta dell’isolamento vissuto dalle persone sordocieche durante il lockdown e di quella luce di speranza, rappresentata dalla Lega del Filo d’Oro, che a sua volta è nata da un sogno ambizioso, ovvero quello di portare la luce del sogno a chi, vivendo isolato, non aveva il diritto di sognare. L’opera intende diffondere un forte messaggio di speranza sottolineando che “se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Lo spettacolo è ad ingresso libero.

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Abruzzo

Il New York Times celebra i vini abruzzesi: «scena vitivinicola entusiasmante»

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articolo del new york times sui vini abruzzesi

Eric Asimov, uno dei più importanti scrittori enoici del panorama statunitense, ha dedicato un articolo del New York Times ai vini abruzzesi: «L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

TERAMO – Cerasuolo e Montepulciano fanno girare la testa anche oltreoceano. Il New York Times ha dedicato un articolo entusiasta ai vini abruzzesi. La penna che l’ha firmato è quella di Eric Asimov, uno dei più celebri e stimati critici enoici a livello globale.

Il suo articolo intitolato “To Find Great Values in Italian Wine, Look to Abruzzo” (Per trovare grandi valori nel vino italiano, guarda all’Abruzzo, ndr) così comincia: «Ciò che sta succedendo nella scena vitivinicola abruzzese è entusiasmante e non solo per quanto riguarda i vini rossi. L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

Nel suo articolo celebra alcune delle tante famiglie che, con grande coraggio e innovazione, stanno apportando un cambiamento all’interno del panorama enologico della regione, esprimendo – al contempo – identità e coerenza con quelle che sono la storia e le tradizioni.

Un ritratto che esprime tenacia ma anche attaccamento al territorio e la voglia di emergere con vini che possono esprimere il carattere delle uve autoctone, dal Montepulciano D’Abruzzo al Trebbiano D’Abruzzo, con vini moderni e profondamente identitari.

“Questo genere di endorsement conferma che stiamo andando nella giusta direzione – dichiara Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – la spinta verso la qualità, la definizione delle sottozone e la revisione dei disciplinari con l’introduzione della menzione superiore aiuteranno i nostri produttori a specializzarsi sempre di più. Auspichiamo una grande crescita per il nostro territorio e siamo contenti che anche Oltreoceano si stiano sempre più interessando ai nostri progetti vitivinicoli.”

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