Abruzzo

Nessuno tocchi il lupo! Oggi, tra le proteste, la conferenza sul Piano per la conservazione

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Pescara. La Conferenza Stato-Regioni tra il ministero dell’Ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali si svolgerà nel pomeriggio a Roma per approvare definitivamente il Piano per la conservazione dei lupi. Il piano prevede un’apertura alla caccia al lupo con la possibilità di abbattere questi predatori nella misura del 5% del numero minimo stimato, nei casi in cui si rivelino una minaccia per gli allevamenti e per l’uomo.

Il piano ha suscitato la rivolta delle associazioni ambientaliste e animaliste e molte perplessità tra gli stessi presidenti delle Regioni, che saranno chiamati a gestire il programma.

Così si esprime il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso: «Appare evidente il paradosso che nel nostro Paese – dopo quasi mezzo secolo di protezione assoluta del lupo si passi improvvisamente al suo contenimento numerico, sebbene realizzato con un approccio di tipo selettivo. Anche a livello regionale non si può non ravvedere una incongruenza di fondo tra la scelta in discussione e quelli che sono gli obiettivi politici e strategici della Regione Abruzzo degli ultimi decenni, incentrati su un modello di sviluppo compatibile con l’ambiente e con la sua ecologia. Da questo punto di vista l’immagine della nostra Regione, faticosamente costruita nel corso degli anni, verrebbe seriamente compromessa, e con essa l’economia turistica che da essa discende».

Da giorni una campagna sui social network chiede di eliminare dal documento la possibilità degli abbattimenti controllati e per la giornata odiera sono in programma molte manifestazioni di protesta contro questo provvedimento.

Per il ministro dell’Ambiente Galletti si tratta invece di una misura scientificamente motivata, che non mette a rischio la specie e che comunque va usata solo se tutti gli altri sistemi non hanno dato risultati. A suo avviso gli allevatori finirebbero per risolvere il problema da soli, col bracconaggio. Per gli ambientalisti, invece, gli abbattimenti non risolvono il problema, ma anzi lo aggravano. La soluzione al problema per loro è semplice: stalle, recinti e cani pastore.

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