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Macerata

Vent’anni dal terremoto delle Marche e dell’Umbria: racconto delle esperienze a Fiastra

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Fiastra. “Siamo oggi a distanza di vent’anni a ricordare quell’evento drammatico ma in  situazioni totalmente diverse per quanto riguarda il Paese sia per ciò che concerne l’economia, la pubblica amministrazione, gli strumenti di comunicazione” .  Così il presidente Luca Ceriscioli nel saluto al convegno “1997- 2017. I terremoti e le vent’anni Marche. Rinascita e Ricostruzione” tenutosi oggi all’Abbadia di Fiastra e moderato dalla giornalista caporedattore ANSA, Cristina Morbiducci.

“E’ cambiato completamente il contesto sociale – ha proseguito Ceriscioli-  e quindi le esperienze sono molto diverse anche per le dimensioni del sisma, per intensità, estensione e persone coinvolte. Ciò non toglie che possiamo riflettere in questa occasione, naturalmente per ricordare le vittime, i volontari tutte le persone che si sono impegnate e che dobbiamo ringraziare anche a distanza di vent’anni. E diventa naturale prendere spunti positivi dall’esperienza trascorsa del 97, come il trasferimento di competenze ai territori. Già stiamo lavorando insieme e in squadra, ma potenziare questo aspetto  diventa una risposta importante per le comunità. Fermarsi a riflettere che una stessa generazione ha vissuto due eventi così drammatici, come testimoniano  anche gli stessi protagonisti del terremoto del 97 che ricoprono oggi gli stessi ruoli, è un fatto storico inusitato e anche molto incisivo sul tessuto socio economico e per lo sviluppo di una regione.Il grosso della partita della ricostruzione e del rilancio delle aree colpite si gioca sul territorio. È impossibile immaginare i processi se non sono coinvolti direttamente i sindaci ma è importante che lo facciamo anche con un modo nuovo di lavorare, facendo squadra. Di fronte a quello che è stato quel fenomeno più grande in termini di devastazione non possiamo pensare di poterlo affrontare non collaborando l’uno con l’altro. Fare squadra oggi ci chiede dunque un passo in più perché dobbiamo lavorare insieme con una testa diversa perché i temi che abbiamo di fronte hanno grandi difficoltà. Abbiamo una sfida doppia, una che c’era già prima del terremoto, quella dello spopolamento, e un’altra da giocare dentro un percorso di crisi. Noi abbiamo una sfida più grande e difficile che abbiamo appena iniziato e questo fare squadra ci chiede di sviluppare in primis questo senso di appartenenza ad una comunità straordinaria che è la comunità dei marchigiani i quali si aspettano il massimo impegno da noi e di poter tornare ad una condizione di vita forse superiore a quella che avevano prima, offrendo opportunità che forse non avevano neanche prima della ricostruzione”.

Della stessa opinione sul momento storico molto diverso e imparagonabile tra i due eventi anche l’ex presidente della Regione e Commissario straordinario per il sisma del 97, Vito D’Ambrosio che ha rimarcato come le dimensioni del sisma del 2016 siano state molto più ampie– “Di questo bisogna tenere conto – ha detto – perchè è facilissima la tentazione di fare paragoni tra le due esperienze e non è giusto compararle. Io porto la mia esperienza che posso dire positiva,  ripercorrendo i punti  fondamentali che ci eravamo dati per  costruire un programma di interventi. Devo però dare atto che la ricostruzione nelle Marche è stata esemplare quanto quella del Friuli  secondo uno schema che privilegiava il decentramento ai territori, la faciltiazione, la semplificazione e l’accelerazione. Una ricostruzione che  ha salvato vite  umane nel sisma dello scorso anno.”

“L’esperienza vissuta nel ’97 – ha detto il sindaco Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera – l’abbiamo messa a frutto in questo sisma anche se i due terremoti non sono compatibili sia per le magnitudo che per le normative, quest’ultime differenti rispetto ad oggi.All’epoca c’era un’autonomia da parte dei Commissari delle Regioni.Occorre identificare misure specifiche in base ai danni subiti dai territori montani e dare misure necessarie sotto l’aspetto fiscale e puntare sul lavoro”.

“Siamo preoccupati – ha sottolineato Renzo Marinelli sindaco di Castelraimondo – perche’ occorre ricostruire il tessuto sociale attraverso le seconde case affinche’ si ricostruiscano le eccellenze.Tessuto economico e produttivo con investimenti di qualita’ per essere competitivi in futuro.”

“Il personale tecnico e amministrativo assunto per questo sisma – ha detto Pietro Cecoli sindaco di Montecavallo – deve essere formato prima di andare a regime. Tante chiese, strade devono essere sistemate e non sappiamo i tempi soprattutto per la  viabilità che è determinante. Occorre che tutti i sindaci facciano una grande squadra”.

“Le attività messe in atto nel sisma del ’97 – ha sottolineato Roberto Oreficini ex direttore dipartimento regionale protezione civile Marche – hanno costituito il modello della protezione civile.Il terremoto dell’epoca venne gestito grazie la legge 225 del ’92. Con lo stato di emergenza i presideenti dele Regioni erano delegati Commissari con ampiezza di poteri durante l’emergenza. Il ruolo svolto dal Presidente della Regione si e’ ritenuto efficace e ha dato l’avvio alla formulazione del decreto legislativo 112 che attribuiva co petenze di protezione civile alle Regioni.”

Fermo

Civitanova Marche, arrestato per tentata estorsione ex boss pugliese

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Salvatore Annacondia, detto “manomozza” per un incidente di pesca in seguito al quale ha perso un arto, è stato arrestato dalla Polizia, che si è presentata all’appuntamento con l’imprenditore fermano vittima della tentata estorsione.

FERMO – Salvatore “manomozza” Annacondia torna in carcere. Il sessantasettenne con un passato da boss della malavita organizzata in Puglia prima, e da collaboratore di giustizia poi, è stato arrestato per tentata estorsione nei confronti di un imprenditore fermano.

Annacondia risiede a Civitanova Marche, dopo un periodo trascorso a Porto San Giorgio. Considerato un esponente di spicco della microcriminalità pugliese per tutti gli anni ’80, nel 1991 si è pentito ed ha confessato di essere responsabile di 72 omicidi. Si era rifatto una vita nelle Marche, con una nuova identità, dove lavorava nel settore della ristorazione.

Sulle indagini al momento trapela poco. Si pensa che l’imprenditore che ha denunciato Annacondia possa non essere l’unica vittima delle estorsioni, ma gli iqnuirenti mantengono il più serrato riserbo.

All’imprenditore l’ex boss avrebbe chiesto migliaia di euro, minacciando di morte lui e la sua famiglia qualora non avesse accettato. La vittima della tentata estorsione ha finito di accettare, ma ha al contempo avvisato la polizia, la quale si è presentata all’appuntamento per la riscossione del denaro, tenutosi a Civitanova

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Macerata

Civitanova Marche, liquami dal tir che trasportava maiali morti per peste suina

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liquami maiali tir Civitanova marche
Foto d'archivio.

Il tir si è fermato a Civitanova Marche durante il trasporto delle carcasse, dove i maiali sono stati abbattuti per un focolaio di peste suina, ad un inceneritore di Latina. Al momento di darsi il cambio alla guida, i due autisti si sono accorti della perdita.

MACERATA – I cassoni non erano stati correttamente sigillati e da due rimorchi sono fuoriusciti liquami che si sono riversati a terra. Il tir, che si è fermato a Civitanova Marche, trasportava carcasse di maiali abbattuti per un focolaio di peste suina sviluppatosi in un allevamento del Nord Italia. Era diretto ad un inceneritore di Latina. Ieri sera, domenica 8 settembre, i due autisti si sono si sono accorti dello sversamento di liquami dai cassoni del tir al momento del cambio al volante ed hanno segnalato il fatto.

Sono scattate le procedure di bonifica ed i cassoni sono stati nuovamente sigillati per evitare ulteriori perdite e per permettere al mezzo di raggiungere l’inceneritore. Alle operazioni hanno preso parte i carabinieri, i vigili del fuoco, personale dell’Azienda sanitaria territoriale e l’Arpam.

Il trasferimento delle carcasse avviene dopo una procedura di abbattimento nell’area metropolitana di Milano a seguito dell’emersione di casi di peste suina in un allevamento. Per mettere in sicurezza i carichi a protezione della salute pubblica i vigili del fuoco sono intervenuti con attrezzature particolari e tute di protezione. 

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Ancona

Ancora intubato il ragazzo che ha cercato di uccidere i genitori a Gagliole

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Il giovane di 23 anni è piantonato all’ospedale di Ancona. Quando stara meglio sarà trasferito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. In base alle testimonianze, il ragazzo si stava tagliando, in casa a Gagliole, quando i genitori sono intervenuti per fermarlo e lui ha reagito con violenza.

ANCONA – E’ ancora sedato e non può respirare autonomamente il ragazzo di 23 anni di Gagliole, nel maceratese, accusato del tentato omicidio dei genitori. Dopo essersi inferto alcune ferite, ai polsi ed alla trachea, si è scagliato contro il padre e la madre, intervenuti per fermarlo. I genitori ora stanno meglio. La madre è quella che ha riportato le conseguenze minori. Il padre invece è stato sottoposto ad un delicato intervento e sebbene sia ancora in prognosi riservata, non sarebbe in pericolo di vita.

In base a quanto trapelato fino ad ora, il ragazzo si stava tagliando, quando i genitori hanno cercato di fermarlo. E lui ha reagito con violenza. Il tentato omicidio è avvenuto lo scorso venerdì 6 settembre, a Gagliole, comunità di 500 anime in provincia di Macerata. Quando i genitori lo hanno visto infliggersi quei tagli con un coltello da cucina, hanno cercato di fermarlo. E lui ha rivolto l’arma contro di loro.

«Urlava in modo disperato, sovrumano, mai sentita una cosa simile» hanno affermato i vicini, come riporta Il Resto del Carlino, i quali hanno chiamato i soccorsi. Il giovane, ancora in prognosi riservata, si trova in stato d’arresto per tentato omicidio aggravato dal vincolo di parentela.

Proseguono le indagini per capire cosa abbia potuto spingere il ragazzo ad agire così. Descritto come una persona mite ed educata, non aveva mai mostrato segnali di squilibrio o pericolosità. Durante quei momenti si sarebbe inferto dapprima alcuni tagli, per poi colpire ripetutamente la madre in vari punti del corpo, fortunatamente solo a livello superficiale, ed il padre al torace e all’addome, molto più in profondità, prima di portarsi la lama al collo.

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