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Macerata, ieri fiaccolata per Pamela, oggi il sindaco: adesso inizia il tempo del silenzio e della riflessione

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MACERATA – Ieri, sotto la pioggia, una fiaccolata in memoria di Pamela ha sfilato per le vie della città. In cima alla fila, la madre, il padre e lo zio della giovane. Dietro di loro circa 200 persone. Uno striscione recitava “stop alla violenza”, un altro “luci per Pamela”.

La madre della ragazza dilaniata, ha espresso parole cariche di dolore. Ha definito disumana la sorte destinata alla figlia ed ha affermato che poteva essere evitata. Ha anche comunicato l’intenzione di creare un’associazione no profit per assistere i giovani in difficoltà. Infine ha chiesto giustizia per la figlia, ma non certo quella di Luca Traini, le cui gesta sono state fortemente criticate. Toccante il momento in cui un rappresentante della comunità nigeriana, a nome di questa, ha chiesto scusa per quanto accaduto. La madre di Pamela lo ha abbracciato ed ha affermato che la comunità nigeriana non ha nulla da farsi perdonare e che tutti devono adesso impegnarsi per una pacifica convivenza.

In mattinata è giunta una comunicazione da parte del sindaco Romano Carancini. Il primo cittadino, ha affermato che ora deve iniziare il momento del silenzio e della riflessione. La comunità, sconvolta per i fatti di questi giorni, deve ancora assorbire, elaborare e metabolizzare i due eventi drammatici. Pertanto ha chiesto a tutti di non organizzare ulteriori manifestazioni. <<Chiedo a tutti di farsi carico del dolore, delle ferite e dello smarrimento della mia città. Si fermino tutte le manifestazioni, si azzeri il rischio di ritrovarsi dentro divisioni o possibili violenze, che non vogliamo, non vogliamo. Credo che ci sia un tempo per il silenzio e un tempo per manifestare, tutti insieme, a favore della vita, per la nostra Costituzione, per i diritti alla legalità. Questo è il tempo della riflessione e dell’impegno a riprendersi e ritrovarsi, tra noi, verso quello che siamo>>. Quando in serata è arrivata la notizia della cancellazione della manifestazione nazionale inizialmente fissata per il 10 febbraio, Carancini ha espresso soffisfazione: << Ero fiducioso che le forze democratiche e antifasciste avrebbero saputo ascoltare la voce della Città. La decisione di sospendere la manifestazione nazionale del 10 febbraio a Macerata dimostra la sensibilità verso una comunità che intende rialzarsi e tornare a essere sé stessa dopo le ferite subite>>.

Il sindaco sa bene che non sarà semplice, né immediato, il ritorno alla normalità, ma è consapevole della necessità di rasserenare immediatamente gli animi. I sentimenti di rabbia, dolore e sconcerto sono ancora intensi e il clima in città è ancora molto teso. La questione travalica i confini della cronaca e innesca reazioni anche sociali. Come nel caso dell’incursione dei membri dei centri sociali in un bar dove erano radunati alcuni militanti di CasaPound, in attesa della manifestazione organizzata. È nato qualche tafferuglio ed è intervenuta la  polizia, ma per fortuna nulla di troppo grave.

Intanto nel pomeriggio il Ministro della Giustizia Orlando, ha fatto visita agli stranieri feriti da Traini, prima di recarsi in Procura per un colloquio con il procuratore Giovanni Giorgio. In ospedale sono rimaste solo due persone. Le altre dimesse o trasferite in altre strutture, tranne una persona che si è allontanata di sua iniziativa, ma presenta una ferita alla gamba da non sottovalutare. Il Ministro ha definito la sparatoria a Macerata come << gesto folle di un fascista che ha infangato il tricolore. Sono venuto come ministro per difendere la nostra bandiera>>.

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