Ancona

Macerata, un anno dopo l’omicidio di Pamela, Traini scrive dal carcere

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Luca “Il Lupo” Traini, autore di un raid punitivo contro alcuni extracomunitari scelti a caso, manda un messaggio dal carcere a Pamela Mastropietro, la giovane uccisa e fatta a pezzi a Macerata un anno fa.

Dalla cella del carcere di Montacuto, in cui è rinchiuso per strage aggravata dall’odio razziale, Luca Traini, ha scritto al fratello. un estratto della lettera era destinato ai media

Il lupo, Traini Luca, vuole che in questo giorno di lutto ognuno ripensi a Pamela che poteva essere una figlia, sorella, una qualsiasi ragazza normale con delle fragilità! Caduta nelle mani di mostri senza scrupoli…Ricordare perché non accada più. Grazie fratello Mio.

Pamela Mastropietro morì esattamente un anno fa. Fu uccisa, dilaniata ed i suoi resti furono abbandonati nelle campagne della frazione Casette Verdini, nel territorio di Pollenza. Proveniva da Roma, ma in quei giorni era ospite della Comunità Pars a Corridonia, in provincia di Macerata, a causa dei suoi problemi con la droga. Il giorno prima aveva lasciato di sua iniziativa il centro di recupero, intenzionata a tornare a casa. Ma si fermò a Macerata, dove fu uccisa.

Il suo corpo è stato ritrovato il giorno successivo. Lavato e fatto a pezzi, è stato messo nelle stesse valigie che la giovane aveva con sé. I due trolley sono poi stati abbandonati lungo il ciglio della strada. Il principale indagato per l’omicidio ed il vilipendio è Innocent Oseghale, nigeriano di 29 anni. Secondo le accuse, Pamela gli si è avvicinata per chiedergli una dose. Dopo essersela procurata, l’ha condotta nel suo appartamento, dove la giovane ha assunto eroina. A questo punto Oseghale avrebbe approfittato di lei, prima di ucciderla e sezionare il suo corpo. Infine ha lavato con la candeggina sia i resti della ragazza, che il proprio appartamento. Tuttavia si è lasciato dietro moltissime tracce che, insieme agli avvistamenti dei maceratesi, hanno condotto gli inquirenti a bussare alla sua porta.

Il 3 febbraio scorso, il ventottenne di Tolentino, estremista di destra e con un passato da candidato con la Lega Nord, decise di vendicare la giovane. Impugnò una pistola e si mise in macchina. Il piano iniziale prevedeva di raggiungere il tribunale ed uccidere Innocent Oseghale. Poi invece, preferì girare per le strade maceratesi e sparare a tutte le persone di colore che incontrava. In un paio d’ore, ha aperto il fuoco contro 11 persone. 6 persone furono raggiunti dai suoi colpi e rimasero feriti. Infine, si è consegnato alle forze dell’ordine. Dopo aver indossato un tricolore come un mantello ed aver fatto il saluto romano. È stato condannato in primo grado a 12 anni. Il suo legale ha reso noto che nei prossimi giorni chiederà la scarcerazione e gli arresti domiciliari. <<Ritengo non ci sia più la pericolosità sociale o che comunque sia molto scemata>> ha affermato l’avvocato.

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