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US Open: responsabilità Covid a carico dei tennisti

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Non si respira un clima sereno a Flushing Meadows. Lo slam americano è infatti dentro una tormenta mediatica senza precedenti. Il tutto nato da un post su Twitter di Wesley Koolhof, in cui il tennista olandese ha pubblicato parte del contratto stilato dall’organizzazione del torneo. Una liberatoria in cui strutture, organizzatori e partner legati all’evento, si liberano da ogni responsabilità in caso di: contrazione del virus, insufficienza respiratoria, trasmissione del Covid a familiari e altre persone e addirittura morte. Ogni partecipante alla competizione è tenuto a sottoscrivere e sottostare a queste dichiarazioni, assumendosi ogni responsabilità e andando incontro a questo tipo di rischi sanitari, senza garanzie. Queste disposizioni sembrano valere anche per il torneo di Cincinnati, al via il 22 agosto, una settimana prima degli US Open (31 agosto – 13 settembre). Verrà giocato anch’esso nei campi newyorkesi.

“Assumo volontariamente la piena responsabilità in caso di lesioni personali, incluse serie infermità, infortunio o morte, che potrebbero colpire me o altre persone che entrino in contatto con me durante la mia presenza nelle strutture del torneo, anche se causate dalla negligenza della NTC”. Questo un estratto del contratto, messo nero su bianco, che lega ogni singolo giocatore e libera la United States Tennis Association e il National Tennis Center da responsabilità e reclami per sempre.

Tutto ciò ha creato molto scalpore nei social e nel mondo dello sport. Già molti campioni hanno deciso di mettere al chiodo la racchetta, almeno per questa competizione. Il rischio di contagio è molto alto, soprattutto se si da uno sguardo alla situazione statunitense, che registra circa 1000 decessi al giorno, 17 milioni di contagi in due settimane e oltre 5 milioni di contagi in totale. Numeri da spavento che hanno fatto riflettere diversi professionisti. Rafael Nadal, Nick Kyrgios, Ashleigh Barty, Barbira Strycova, Xiyu Wang, Svetlana Kuznetsova, sono solo alcuni dei tennisti che hanno deciso di fare un passo indietro, rinunciando a scendere nei campi di Flushing Meadows. Una scelta sofferta, ma che ha visto prevalere la necessità di preservare la salute, specialmente in un momento così critico in territorio americano. <<Questa è una decisone che non avrei mai voluto prendere, ma questa volta ho deciso di seguire il mio cuore e per il momento preferisco non viaggiare>>. Annuncia così Nadal, sul suo profilo Twitter. <<Dopo aver riflettuto a lungo ho deciso di non giocare gli US Open di quest’anno. – prosegue il numero due del ranking – La situazione è veramente complicata in tutto il mondo, i casi di Covid-19 stanno aumentando, e sembra che non abbiamo ancora il controllo della situazione>>.

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