Pescara

Simone Santoleri tenta il suicidio in carcere: salvato dalla penitenziaria

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Simone Santoleri è ricoverato in ospedale. Le sue condizioni sono gravi ma è fuori pericolo.

PESCARA – L’episodio è avvenuto Martedì 21 Dicembre nella casa circondariale di Pescara. Simone Santoleri, 47enne di Giulianova, ha tentato il suicidio ingerendo dei farmaci. A soccorrerlo e a salvarlo sono stati gli agenti della polizia penitenziaria.

L’uomo sta scontando una condanna di primo grado, a 27 anni di carcere, per l’omicidio della madre Renata Rapposelli. I motivi per cui Simone Santoleri ha tentato il suicidio, lo spiega il suo avvocato Cristiana Valentini.

“Era psicologicamente molto provato a causa delle norme Covid non riusciva più a seguire il suo processo. Era talmente scoraggiato che ha rinunciato anche a partecipare all’ultima udienza. Martedì poi gli è arrivato il trasferimento dal carcere di Pescara a quello di Reggio Emilia.

Questo aspetto lo ha sconvolto perché così non poteva vedere il suo avvocato e perché a Pescara si era inserito nell’ambiente. Si era diplomato partecipando ai corsi dell’istituto di pena. Mi aveva preannunciato che avrebbe fatto qualcosa di grave”.

Secondo l’accusa i due imputati, Simone Santoleri e il padre Giuseppe, hanno ucciso la pittrice Renata Rapposelli durante una discussione di questioni economiche. La donna, sempre secondo l’accusa, era giunta a Giulianova dall’ex marito e il figlio il 9 ottobre 2017.

A denunciare la scomparsa di Renata Rapposelli, erano stati alcuni amici. Il cadavere della donna, era stato ritrovato in una scarpata vicino al fiume Chienti, nelle Marche. Giuseppe, nell’interrogatorio, ha sostenuto che a soffocare Renata sia stato il figlio Simone e in seguito si sono disfatti del cadavere.

Santoleri, ora s trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Viterbo ed è fuori pericolo. 

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