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Ad Ancona il punto di raccolta di beni di prima necessità da inviare in Ucraina

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ANCONA – La macchina degli aiuti umanitari per l’Ucraina si è messa in moto un po’ ovunque e le Marche non fanno eccezione. In particolare ad Ancona, dove l’associazione Cum (Comunità ucraina nelle Marche) si è attivata subito dopo l’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio scorso.

I suoi membri hanno immediatamente cominciato a raccogliere beni di prima necessità ed hanno messo a disposizione dell’ambasciata ucraina a Roma, la lista degli aiuti umanitari che hanno raccolto. La Presidente Maryna But spiega come è nata l’associazione: «in seguito all’annessione della Crimea da parte della Russia e alle rivendicazioni dei separatisti filo-russi nel Donbass, a Lugansk e Donetsk, tramite i social network noi ucraini residenti nelle Marche abbiamo deciso di creare un’associazione, nata in origine per diffondere informazioni su quanto stava accadendo nel nostro Paese.»

In pochissimo tempo, i volontari del Cum hanno raccolto una mole impressionante di cibo, vestiti e altre risorse che potrebbero essere utili ai profughi in fuga dalla guerra, tanto che si è reso necessario trovare un punto di raccolta idoneo ad accogliere tutti gli aiuti.

In breve l’associazione di volontariato Vigili del Fuoco in congedo ha messo a disposizione la propria sede, ubicata in via Esino ad Ancona, che rimane aperta dalle 9 alle 18 per l’emergenza in Ucraina e che funge da vera e propria centrale di smistamento degli aiuti umanitari. La presidente Anna Veronici commenta: «non siamo gli unici ad occuparcene. Ho contattato immediatamente don Michele della parrocchia di Valemiano proponendogli la mia disponibilità per portare al confine gli aiuti, raccolti  di volta in volta. Ho contattato in privato una ditta di trasporti e sono pronta a partire con mio marito verso il confine per portare gli aiuti».

Tra i volontari dell’associazione, anche una coppia di coniugi, entrambi medici: Flora D’Ambrosio e Andrea David, che oltre ad occuparsi della catalogazione dei medicinali raccolti, hanno dato la propria disponibilità ad offrire assistenza sanitaria ad eventuali profughi ospitati nella provincia anconetana.

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