Cronaca

Guerra, una famiglia in fuga da Kiev fino a Treia. Ma i genitori di lui sostengono Putin

Denis e Oksana sono fuggiti da Kiev fino Treia con i loro quattro figli. Ma stavolta il conflitto è tra le rispettive famiglie

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(FOTO ANSA)

TREIA – Padre, madre e quattro figli. Da una decina di giorni la famiglia Milgorod è arrivata da Kiev nella piccola cittadina di Treia, in provincia di Macerata, in fuga dagli orrori della guerra. Ma stavolta il conflitto non è solo quello terribile delle bombe e dei missili che piovono dal cielo ma anche quello interno, delle proprie origini e della propria storia personale.

Nel sangue dei 4 giovani Milgorod (di età compresa fra i 3 e i 15 anni) scorre infatti sangue misto per metà russo e per l’altra metà ucraino. Denis infatti, il papà, è nato 49 anni fa a San Pietroburgo, la mamma invece, Oksana, è originaria proprio della capitale ucraina. Proprietari di un’azienda di fertilizzanti per l’agricoltura Denis e Oksana hanno lasciato tutto a Kiev e ora l’incertezza sul futuro e soprattutto sulla possibilità di riuscire a sostentare la numerosa prole regna sovrana.

I Milgorod, la famiglia in fuga dalla guerra, sono venuti a Treia perché circa un anno fa vi hanno acquistato un casolare da ristrutturare: «la nostra speranza è che la guerra finisca presto, ha dichiarato Denis ai cronisti dell’Ansa che l’hanno intercettato, spero di poter tornare in Ucraina, sono vent’anni che vivo a Kiev e ormai mi sento più ucraino che russo ma dobbiamo pensare ai nostri figli e al loro bene».

Una coppia dunque unita e affiatata, non così le rispettive famiglie. I genitori di Denis infatti appoggiano fortemente la scelta di invasione russa dell’Ucraina, contrariamente alla madre di Oksana: «i miei, racconta l’uomo, guardano la tv russa e credono di più alla propaganda di Putin che a loro figlio, la madre di Oksana invece ha detto che se potesse ucciderebbe il presidente russo con le proprie mani».

Pur nella consapevolezza di aver perso tutto i coniugi, che momentaneamente sono ospitati da amici, non hanno rinunciato alla solidarietà: «Denis ha donato tutto quello che abbiamo a Kiev, ha raccontato la donna, comprese le auto e i sotterranei della nostra azienda per rifugiarsi».

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