Ancona

Manifestazioni in 5 piazze marchigiane per lo sciopero generale Uil e Cgil

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Per lo sciopero generale indetto il 15 dicembre da Cgil e Uil per protestare contro la Legge di Bilancio proposta dal governo, in cinque località delle Marche si sono tenute manifestazioni: Valle Foglia, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e Fabriano.

ANCONA – I lavoratori che hanno aderito allo sciopero generale indetto dalla Cgil e dalla Uil hanno incrociato le braccia ieri, giovedì 15 dicembre, per protestare contro la Legge di Bilancio proposta dal governo e nelle Marche si sono tenute manifestazioni in 5 località. A Valle Foglia in provincia di Pesaro Urbino davanti all’azienda Rivalcold, a Macerata in piazza Cesare Battisti, a Fermo in via Murri, davanti all’ ingresso dell’ospedale, ad Ascoli Piceno in piazza Pino Daniele, è a Fabriano in piazza del Comune.

Il motivo delle 4 ore di sciopero era appunto il parere negativo nei confronti della manovra finanziaria del Governo. Nella provincia di Ancona è stata scelta dalla CGIL e UIL, Fabriano, conosciuta in tutto il mondo come la “Capitale della Carta” e dell’elettrodomestico. Questo fino a un decennio fa, con il gruppo Merloni che dava lavoro a migliaia di famiglie. Oggi la situazione è parecchio cambiata. Varie realtà aziendali hanno perso competitività e si trovano a rischio chiusura.

Uno degli esempi più emblematici, quello della Whirlpool: «In azienda non sappiamo in quali giorni potremmo lavorare, il lavoro non c’è, c’è un grande calo – racconta un lavoratore- la preoccupazione tra noi dipendenti è tanta, si respira un clima di incertezza e affrontiamo tutti i giorni con i colleghi queste problematiche».

«Sono totalmente contrario a questa finanziaria – dice Gianluca Dessi del magazzino Whirlpool di Melano – ed è per questo che oggi sono qui in piazza a Fabriano, con i miei colleghi. Iil Governo deve intervenire immediatamente. Siamo quasi abituati a questa situazione, ormai facciamo di volta in volta giornate di cassa integrazione da diversi mesi».

«L’azienda ha annunciato che venderà, ma non si sa a chi né quando. Tutto questo crea in noi operai incertezza sul domani – afferma una lavoratrice -Ho famiglia e questo Natale sarà triste: non potrò fare alcunché regalo ai miei due figli, non arriviamo a fine mese. Mi stupisce che oggi qui in piazza con noi non ci siano i colleghi iscritti alla Cisl, eppure anche loro hanno lo stesso identico problema. Dove sta l’ unità sindacale? Devono essere prima loro uniti e lottare contro questa scellerata manovra».

«Viviamo una situazione molto delicata alla Faber, tra l’altro cinquantaquattro colleghi verranno allontanati, per via di cali di lavoro. Questo ovviamente incide sul morale di tutti noi dipendenti – riferisce Michele Carbonari – è un brutto momento, dov’è il governo?».

«Questa è una manovra che non ci aiuta, iniqua, che non guarda al futuro dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati e dal mio punto di vista non c’è niente di nuovo, e – aggiunge  Enrico Morettini dell’Elettrolux – è una manovra che favorisce l’ evasione fiscale. Siamo qui per difendere anche il diritto delle donne.

«Nei posti di lavoro siamo stanche di essere sfruttate, siamo preoccupate, parecchie nostre colleghe vengono allontanate per calo di lavoro, potremmo essere noi le prossime. Chiediamo al governo di guardare le necessità degli operai, siamo allo stremo, non arrivavamo alla terza settimana, oggi lo stipendio non ci basta neanche per pagare le bollette» puntualizza Marinella Rozzolini della Faber.

Francesca Liggia, dipendente da vent’anni dell’Elica di Mergo, dice: «Ho voluto partecipare a questo sciopero per dire al governo di tutelarci maggiormente, visto che rappresentiamo la stragrande forza lavoro di questo paese e che viene sempre a cercare le risorse nelle nostre buste paga. Forse non si è accorto che non bastano neanche per il carburante utilizzato per andare al lavoro e le bollette».

Massimiliano Anastasi della Fincantieri: «Non ci sono soldi per i lavoratori sempre più strozzati dal caro vita, carrelli della spesa sempre più dimezzati, carburanti proibitivi, questa guerra infinita che  pare abbia dato un costo all’energia significativo. Sono qui in piazza per dare voce alla preoccupazione del nostro sopravvivere: è una legge finanziaria sbagliata che non dà le risposte che servirebbero al paese  in questo momento drammatico. Non vediamo progetti di politica industriale, né di messa in sicurezza del Paese. Bisogna rilanciare i salari per rilanciare l’ economia, dimezzare le tasse in busta paga aumentare gli stipendi».

«Sulla crisi della Whirlpool ancora non è stato ancora convocato un tavolo di trattativa, il governo è assente, non si intravvede un allargamento sui diritti. Siamo a rischio di ulteriori fratture sociali che potrebbero essere devastanti per il futuro del Paese e ci stanno arrivando tante richieste di cassa integrazione, stanno saltando tanti posti di lavoro, soprattutto quelli precari» rende noto per Pierpaolo Pullini della Segreteria FIOM di Ancona.

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