Macerata

Omicidio Pamela Mastropietro, partito il processo bis a Oseghale

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Si è aperto a Perugia il processo bis per l’omicidio di Pamela Mastropietro, che vede imputato il nigeriano Innocent Oseghale, dopo che la Corte di Cassazione non ha accolto la contestazione della violenza sessuale. La madre della giovane uccisa e fatta a pezzi: «Resti in carcere a vita, qualsiasi altra condanna sarebbe ingiusta».

PERUGIA – Si è chiuso quasi subito dopo il suo avvio il processo bis a Innocent Oseghale per la morte di Pamela Mastropietro, la giovane uccisa, fatta a pezzi e abbandonata smembrata in due trolley nelle campagne di Pollenza, in provincia di Macerata, lo scorso 30 gennaio 2018. Oseghale è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Macerata. La condanna è stata confermata dalla Corte d’Assise di Ancona, ma non dalla Corte di Cassazione: ha accolto il quadro accusatorio per l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, ma lo scorso febbraio ha rimandato a Perugia la decisione sulla contestazione della violenza sessuale. Non è una discrepanza di poco conto, dal momento che fa la differenza tra il carcere a vita e una pena di 30 anni.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 22 febbraio dal momento che due testimoni chiave erano assenti. Uno ha reso noto di essere malato, mentre l’altro era assente ingiustificato e per lui è scattato l’accompagnamento coattivo per la prossima udienza. Si tratta dei due uomini con cui Pamela ha avuto rapporti sessuali protetti dopo l’allontanamento volontario dalla comunità e prima di incontrare Oseghale.

Innocent Oseghale

Alla ripresa del processo bis, Innocent Oseghale era presente e quando è arrivato in aula, ci sono stati momenti di tensione tra lui, la madre di Pamela Mastropietro e alcuni amici della vittima. Il nigeriano ha anche provato ad avvicinarsi alla madre della vittima, non si sa se per avere un confronto, o per chiedere perdono, ma gli agenti della penitenziaria e i carabinieri hanno impedito qualsiasi contatto. Oseghale ha chiesto di non essere presente alla prossima udienza.

La madre della giovane uccisa e fatta a pezzi, Alessandra Verni, accompagnata da sostenitori e da alcune associazioni che hanno esposto cartelli come “Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni” e “Giustizia per Pamela Mastropietro”, ha chiesto una pena esemplare: «Mi aspetto che da questo secondo processo in appello esca una sentenza di ergastolo, e che Oseghale resti in carcere a vita. È ciò che merita. Qualsiasi altra condanna la riterrò ingiusta».

La madre aveva addosso una maglietta che mostrava alcuni resti della figlia e rivolgendosi ai giornalisti ed ai fotografi presenti ha detto: «Avete visto come me l’hanno ridotta?»

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