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Il servizio di Report sugli allevamenti Fileni: «non sono bio, i polli vengono maltrattati»

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Polli mai all’aperto, maltrattati e abbattuti arbitrariamente. Ma anche allevamento di specie non previste dalla denominazione bio, impatto ambientale molto pesante e rischio diffusione epidemie. Il servizio di Report realizzato negli allevamenti intensivi Fileni, getta ombre sull’operato dell’azienda, che però replica: «mistificazione della realtà».

ANCONA – Un servizio della trasmissione di Rai3 Report, getta ombre sugli allevamenti di polli Fileni nelle Marche e in Emilia-Romagna. L’azienda però replica e sostiene che si tratta di «mistificazione della realtà». Diverse le accuse lanciate dall’inchiesta giornalistica: maltrattamenti sugli animali, allevamenti biologici non rispettati e con specie non previste, barbari abbattimenti di capi non abbastanza cresciuti, elevato impatto ambientale.

Il servizio, a firma di Giulia Innocenzi e realizzato attraverso l’acquisizione di riprese all’insaputa degli operai all’interno degli stabilimenti e la raccolta di testimonianze di ex dipendenti dell’azienda, prende avvio dai timori relativi ad una possibile epidemia di influenza aviaria e si sposta in fretta negli stabilimenti di Monteroberto, Montecappone di Jesi, Ripabianca, Jesi Cannuccia, Ostra Vetere e Falconara Marittima, in provincia di Ancona, e Borghi, in provincia di Forlì-Cesena.

La prima questione affrontata è quella relativa alla denominazione di coltivazione bio, che contraddistingue il marchio Fileni e che gli ha permesso, negli anni, di crescere e di ricevere premi e riconoscimenti. L’allevamento biologico prevede, tra le altre cose, che i polli trascorrano almeno un terzo della propria vita all’aperto. Nelle immagini trasmesse da Report, non si vedono quasi mai polli all’esterno degli impianti, salvo una volta che gli operai vengono incalzati dalle telecamere.

In alcuni allevamenti bio poi, le immagini hanno evidenziato la presenza di polli di tipo “broiler”, tipici degli allevamenti intensivi e contraddistinti da un petto molto grosso che spesso impedisce loro di camminare. Questi polli non sono previsti dall’allevamento bio, che riguarda invece animali a crescita lenta.

Il servizio prosegue concentrandosi sulla condizione degli animali, che spesso non solo non vedono mai la terra, ma nemmeno la luce solare, ma solo quella artificiale che oltretutto in alcuni casi non verrebbe mai spenta, per stimolare il nutrimento dei polli. Le norme prevedono almeno 8 ore di buoio. Alcuni mangimi utilizzati negli allevamenti bio poi non sarebbero di origine vegetale e conterrebbero ogm.

Anche la questione dell’inquinamento, della presenza di ammoniaca nell’aria e dell’emissione di odori nauseabondi dagli stabilimenti Fileni viene affrontata dal servizio di Report, al quale l’azienda ha risposto con una nota nella quale afferma che le ricostruzioni dell’inchiesta giornalistica rappresenta una «mistificazione della realtà», che vengono rispettate le procedure della filiera biologica e che vengono tutelate le condizioni di salute e di benessere degli animali.

Sulla vicenda, Report ha intervistato anche il presidente di Regione Marche, Francesco Acquaroli, che, in merito alla questione dei permessi concessi agli allevamenti Fileni, ha risposto: «La Regione fa sempre i controlli su tutte le segnalazioni e su tutte le procedure. Amministro la Regione da due anni ed abbiamo sempre fatto tutto quanto in nostro potere. Se c’è il rispetto delle leggi e delle procedure, la domanda di un privato non ha motivo di essere ignorata. Vogliamo tutelare il paesaggio, ma dobbiamo anche consentire lo sviluppo».

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