Ancona

Ucciso dalla compagna con un’abatjour a Fabriano, i famigliari: «aveva paura», il legale della donna: «voleva difendersi»

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Un uomo di 63 anni è stato trovato morto in casa, a Fabriano, ucciso con diversi colpi al cranio inferti forse con un’abatjour, dalla compagna e convivente di 50 anni. La donna, che in un primo momento ha negato ogni addebito, sostiene di essersi difesa, ma gli inquirenti non sono convinti e i famigliari della vittima raccontano che l’uomo era spaventato.

ANCONA – Fausto Baldoni, operaio di 60 anni della Gls di Ancona, nella serata di sabato 3 giugno è stato rinvenuto nella sua casa con il cranio sfondato. Diversi i colpi ricevuti, probabilmente inferti con un’abatjour. L’uomo trovato morto a Fabriano sarebbe stato ucciso dalla compagna, Alessandra Galea, di 50 anni. La donna in un primo momento ha negato ogni coinvolgimento, salvo poi fornire un’altra versione, per bocca del suo avvocato: «si è solo difesa». Una ricostruzione che al momento non convince gli investigatori.

A trovare il corpo dell’operaio è stata la sorella, allarmata dal suo mancato arrivo ad un pranzo fuori città al quale lo aspettava. Arrivata sotto casa sua, ha chiesto aiuto ad una pattuglia dei Carabinieri di passaggio. Poi, la macabra scoperta. Intorno alle 20, Galea è tornata anch’essa sul luogo del delitto. In un primo momento avrebbe finto di non conoscere nemmeno il «signor Baldoni» secondo quanto riferito da alcuni vicini. Il suo atteggiamento ha subito insospettito gli investigatori.

La donna ora si trova in carcere a Pesaro, nella sezione femminile di Villa Fastiggi. Oggi si terrà l’udienza di convalida, al parti dell’autopsia sul corpo di Baldoni. I famigliari hanno reso noto che i due convivevano da un paio d’anni, sebbene si conoscessero da molto di più. Frequenti sarebbero stati i litigi tra i due. L’uomo avrebbe addirittura confessato ai parenti in diverse occasioni di temere per la propria incolumità e di prendere provvedimenti, come nascondere i coltelli, o rimanere chiuso in una stanza quando la sua convivente era in casa. La donna ora è accusata di omicidio volontario aggravato dalla coabitazione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sabato avrebbe lasciato l’appartamento di via Castelli a Fabriano, dove il suo convivente è stato ucciso, subito dopo l’aggressione, per poi farvi ritorno quando la sorella della vittima aveva già lanciato l’allarme.

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