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Pesaro-Urbino

Esplode l’ordigno che stava fabbricando: arrestato con lesioni e menomazioni

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Fabbricazione e detenzione di materiale esplodente è l’accusa nei confronti di un uomo di origine rumena di 37 anni, arrestato dopo che un ordigno artigianale che stava fabbricando nella sua casa di Vallefoglia è esploso, provocandogli oltretutto ingenti ferite.

PESARO-URBINO – Lo scorso 10 giugno la quiete ad Apsella di Vallefoglia è stata interrotta da un forte boato proveniente dalla mansarda dell’abitazione di una coppia di rumeni, nella quale si è verificata l’esplosione di un ordigno artigianale. In quel momento, era presente in casa solo l’uomo, parente dei proprietari e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Ha riportato gravissime lesioni: completa asportazione delle mani, la perdita di un occhio, oltre ad altre gravi fratture a carico degli arti inferiori e del massiccio facciale, con netta riduzione dell’udito.

L’esplosione ha provocato il collasso di una porzione della struttura della camera sottostante, occupata dai figli della coppia. Sul posto si sono recati subito Vigili del Fuoco, Carabinieri e personale sanitario.

L’uomo rimasto gravemente ferito, stava maneggiando alcune sostanze per preparare un ordigno artigianale a base di T.A.T.P. (triperossido di acetone), come hanno rivelato i Ris di Roma. Si tratta di un ordigno per certi versi facilmente realizzabile e i cui component si trovano regolarmente in commercio, in grado di provocare violentissime esplosioni, spesso usato per assaltare gli sportelli bancomat. Le sostanze che servono però sono estremamente volubili e sensibili ad urti, frizione, fiamme, ma anche alle temperature elevate.

L’uomo nei giorni scorsi è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Pesaro-Urbino

Ristorante invaso dalle cavallette a Cagli, il titolare: «sono milioni»

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Foto di Amedeo Pisciolini - Il Resto del Carlino

Da sabato scorso l’Hostaria del Vigno, ristorante al centro di Naro, frazione di Cagli, è invaso da «almeno 10 milioni» di cavallette. Il titolare: «mancato incasso e danni alle coltivazioni. Mia madre è chiusa in casa da giorni».

PESARO-URBINO – Sono comparse quasi all’improvviso ed hanno deciso di restare. «Almeno 10 milioni» di cavallette alo scorso sabato 6 luglio hanno invaso il ristorante Hostaria del Vigno, al centro di Naro, frazione di Cagli, e da allora stazionano lì nei pressi.

Il titolare della struttura, Gianluca Rossi, 57 anni, ha raccontato la sua disavventura ad Amedeo Pisciolini de Il Resto del Carlino. «Sono tre giorni che almeno dieci milioni di questi insetti stazionano attorno al mio ristorante. A causa loro domenica non ho potuto servire i clienti come faccio solitamente con chi vuol mangiare all’aperto, all’ombra e al fresco. Oltre al mancato incasso ci sono i danni, la parte superiore della siepe che recinta il locale è stata divorata per non parlare del mio orto, non c’è più un ceppo di insalata, hanno mangiato di tutto, dalle zucchine alla salvia, i cocomeri e i meloni, per adesso si sono salvati solo i pomodori perché non sono maturi e quindi acidi, ora qualche migliaio di cavallette si sono spostate sulla vigna, mangeranno anche quella se nessuno interviene».

Il ristoratore ha proseguito come la madre novantenne, terrorizzata, sia rimasta chiusa in casa fin da quando le cavallette hanno invaso il suo ristorante. Ha anche raccontato di aver provato a chiamare i Vigili del Fuoco, che però gli avrebbero risposto di esere impegnati in altri servizi. Anche la telefonata all’Ast servizio veterinaria non avrebbe avuto molto successo. Gli avrebbero consigliato di rivolgersi al sindaco, o a una disinfestazione privata. «Per la cronaca tra giovedì 20 e venerdì 21 giugno il Comune di Cagli aveva disinfestato il centro di Naro, ma allora non c’erano le cavallette».

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Marche

Caporalato, estorsione, sfruttamento e truffa nei distributori di carburante nelle Marche: 3 arresti e sequestri per 2 milioni

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In seguito ad un’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Nucleo Ispettorato del Lavoro, i titolari e gestori di una rete nazionale di distributori di carburante sono stati arrestati. Sequestrati quattro impianti presenti in territorio marchigiano.

PESARO-URBINO – Su richiesta del Gip di Pesaro i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, in collaborazione con i colleghi di Ancona e Macerata, hanno arrestato tre persone, titolari e gestori di una rete nazionale di distributori di carburante, ed hanno sequestrato quattro impianti presenti nelle Marche, per un valore di oltre 2 milioni di euro, per caporalato, truffa, estorsione e sfruttamwento dei lavoratori.

L’operazione denominata “Manda foto” ha preso avvio all’inizio dello scorso anno in seguito alle verifiche fiscali in materia di accise ed altre imposte dirette sui consumi, eseguite dalle fiamme gialle in un distributore della categoria “pompe bianche”, detta anche “no logo”, ovvero non appartenente alle grandi compagnie petrolifere. In quell’occasione i finanzieri sorpresero un lavoratore in nero e palesi condizioni di sfruttamento del lavoro. Gli approfondimenti hanno portato a scoperchiare un sistema di caporalato, sfruttamento ed estorsione.

I responsabili individuati dagli inquirenti sono gli amministratori di un gruppo societario campano ed un referente di zona, che fungeva da “caporale”. I dipendenti erano costretti a turni massacranti, senza pause, ferie o permessi, con paghe di gran lunga inferiori al minimo salariale previsto, spesso elargite con fatica.

Carabinieri e Finanzieri hanno documentato, grazie ad intercettazioni e pedinamenti, lo sfruttamento dei lavoratori, i quali vivevano all’interno di sgabuzzini presenti nei distributori nei quali lavoravano, in condizioni igienico-sanitarie precarie.

I lavoratori, tutti extracomunitari, erano costretti a provare la propria presenza sul posto di lavoro con foto e video, che i datori di lavoro chiedevano quotidianamente. Da qui il nome dell’operazione: “Manda foto”. In caso contrario i lavoratori venivano minacciati di sospensione dello stipendio, licenziamento, ma anche botte o infortuni.

In alcune conversazioni intercettate, gli indagati fornivano al personale le istruzioni per manomettere la corretta funzionalità degli impianti o come procedere alla mescola dei vari prodotti petroliferi. Ad esempio, i filtri intasati non andavano sostituiti, ma forati, oppure il carburante di scarsa qualità doveva essere camuffato allungandolo con prodotti migliori.

Due degli arrestati per il caporalato ai distributori di carburante nelle Marche sono finiti in carcere, mentre uno è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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Pesaro-Urbino

Elly Schlein a Cantiano: «la Giunta regionale deve svegliarsi»

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La segretaria del PD Elly Schlein in visita a Cantiano accomapgnata dal sindaco Piccini e dalla segretaria regionale Bomprezzi.

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein oggi ha fatto visita a Cantiano per fare il punto della situazione dei comuni alluvionati: « È passato un anno e mezzo. Occorre aiutare i Comuni anche con il personale perché sennò i progetti non vanno avanti. Ogni giorno che passa è una spinta in più verso lo spopolamento».

PESARO-URBINO – Se domani e dopodomani il presidente del Partito democratico Stefano Bonaccini sarà in Abruzzo per un tour elettorale, colei che l’ha battuto alle primarie, Elly Schlein, oggi si trovava nelle Marche, a Cantiano, uno dei comuni colpiti dall’alluvione di un anno e mezzo fa. «La giunta regionale deve svegliarsi» ha detto la segretaria del PD.

Accompagnata dal sindaco Alessandro Piccini, dai Primi Cittadini e amministratori dei Comuni alluvionati nella provincia pesarese, dai parlamentari marchigiani del Partito Democratico, dai Consiglieri regionali e dalle Segretarie PD regionale e provinciale, Schlein ha espresso preoccupazioni e richieste chiare riguardo la gestione degli aiuti e al supporto fornito.

Le risorse attualmente disponibili sono state giudicate insufficienti da Schlein, che ha evidenziato che «non coprono nemmeno la metà di quanto necessario per i ristori a pubblico e privato». La Segretaria Dem ha quindi sottolineato che è urgente garantire fondi sufficienti per implementare progetti a lungo termine che evitino futuri eventi simili.

Ha poi espresso preoccupazione per la mancanza di coordinamento ed ha avvertito sul rischio che i fondi possano essere concessi in base al colore politico dell’amministratore locale. «La giunta regionale si deve svegliare! È passato un anno e mezzo… Occorre aiutare i Comuni anche con il personale perché sennò i progetti non vanno avanti. Ogni giorno che passa è una spinta in più verso lo spopolamento. Occorre invece fare proprio il contrario e mettere nelle condizioni i Comuni di poter dire vieni qua che c’è chi ti accoglie e ti da una mano».

Chantal Bomprezzi, Segretaria del PD Marche, ha anch’essa condiviso le preoccupazioni di Schlein, criticando il governo regionale guidato da Acquaroli. Bomprezzi ha affermato: «Acquaroli continua a fare il pesce in barile nascondendosi dietro la figura del vice-commissario Babini per coprire la compagna di partito Meloni. Le Marche sono sempre più isolate; da noi, a differenza dell’Emilia Romagna, mai chiesti risarcimenti al 100% per famiglie, cittadini e imprese».

Bomprezzi ha evidenziato la mancanza di coinvolgimento dei Sindaci e la carenza di personale nella gestione dell’emergenza: «Chiediamo trasparenza e condizioni eque per tutti».

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