Il presidente Marco Marsilio ha confermato in tv che Regione Abruzzo si costituirà parte civile nel processo contro Andrea Leombruni, l’uomo che ha sparato all’orsa Amarena. «Giustizia fai da te non va bene e non si risponde ad un atto criminale con la barbarie». Lui ad Ansa ha dichiarato di vivere da asserragliato e di ricevere continue minacce».
L’AQUILA – «Sarà la Magistratura ad accertare se questo signore ha sparato per necessità, ma ne dubito. Ho annunciato da subito che la Regione si costituirà parte civile nel processo che verrà istituito. Il danno ad una Regione che ospita tre parchi nazionali, un parco regionale, che ha il 30% del territorio protetto, e che vede nella conservazione della natura un fattore fondamentale della propria identità ed attrattività, è stato molto importante». Queste le parole con cui Marco Marsilio questa mattina, lunedì 4 settembre, ha confermato alle telecamere di Agorà su Rai 3 che Regione Abruzzo è pronta a costituirsi parte civile nel processo contro l’uomo che ha sparato un colpo all’orsa Amarena.
Lui, Andrea Leombruni, da quando è esploso il colpo vive asserragliato in casa, subissato di messaggi minatori e insulti. Ad Ansa ha dichiarato: «Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna». E’ ancora l’Agenzia a raccontare che durante il colloquio, un parente sta sul balcone, a far da vedetta. «Ci devi passare per capire quello che sto provando ora. Ho sbagliato; l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo… i carabinieri li ho chiamati io». L’uomo ha anche indicato ai giornalisti il luogo in cui il fattaccio è capitato, il pollaio: «È successo qui, in uno spazio piccolissimo. Io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all’improvviso quest’orso ed ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo».
La moglie di Leombruni ha commentato: «Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo. C’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?».
Sull’argomento Marsilio ha affermato: «Ad un atto criminale non si risponde con la barbarie. Da giorni le forze dell’ordine stanno presidiando h24 la casa di quest’uomo. Bisogna avere senso della misura ed ognuno deve restare al proprio posto. La giustizia fai da te non va bene. Questa persona ha commesso un atto incivile e scellerato, però ne risponderà nelle sedi opportune e non bisogna travalicare».
Proseguono nel frattempo le ricerche dei cuccioli, anche mediante esche per attirarli. Secondo gli esperti dovrebbero tornare nelle vicinanze in cui si trovavano con la madre. Più volte sono stati individuati, ma non sono ancora stati presi, anche perché sono troppo piccoli per essere narcotizzati. Il progetto prevede un graduale reinserimento in natura dopo la loro cattura. Le ricerche proseguono senza sosta da tre giorni e tre notti.