Ancona

Maxi evasione da 15 milioni di euro nel settore delle moto off road

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Tramite un prestanome e un’impresa compiacente, un motociclista commercializzava moto e pezzi di ricambio senza versare l’IVA e senza dichiarare i ricavi.

MACERATA – I finanzieri della Tenenza di Porto Recanati hanno identificato il titolare occulto di un’impresa, formalmente retta da un cittadino senegalese nullatenente residente nel famigerato Hotel House, che ha compiuto una maxi evasione fiscale nel settore delle moto off road, fuoristrada.

Moto e pezzi di ricambio venivano venduti nel “mercato elettronico”, siti web e social network, in assenza totale di dichiarazioni fiscali. L’attività si è in fretta allargata coinvolgendo diversi Paesi come Olanda, Inghilterra, Belgio, Spagna, San Marino e Germania. Le fiamme gialle hanno ritenuto che il senegalese fosse un semplice prestanome dal momento che non aveva i minimi requisiti imprenditoriali.

Indagando, sono risaliti all’ideatore della frode, un motociclista italiano, e la base operativa, un magazzino nelle campagne anconetane. Il sistema consisteva nell’utilizzare le Partite IVA del senegalese e di un’altra impresa compiacente, per acquistare moto e pezzi di ricambio da fornitori comunitari, che venivano poi rivenduti a privati e a imprese nazionali con prezzi particolarmente vantaggiosi in quanto l’IVA, indicata nelle fatture emesse, non veniva versata all’Erario ma costituiva il provento per l’imprenditore occulto.

Oltre all’evasione dell’IVA, così facendo i soggetti coinvolti hanno provocato una grave turbativa di mercato, dal momento che poteva illecitamente applicare prezzi inferiori rispetto ai competitor di settore.

Le attività ispettive hanno permesso di quantificare i ricavi non dichiarati in poco oltre € 10.150.000 e l’IVA evasa in € 5.170.000. Per la maxi evasione nel settore delle moto off road sono state denunciate 3 persone per reati fiscali, mentre nei confronti di altri 8 soggetti sono state contestate violazioni amministrative inerenti la normativa sull’uso del contante per aver trasferito somme superiori alle soglie consentite per complessivi € 110.000.

Nel corso dei controlli e delle ispezioni, sono stati impiegati anche i cani Cash Dog dell’unità cinofila, che hanno fiutato oltre 56 mila euro in contanti.

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