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Le proteste degli agricoltori si allargano anche in Abruzzo

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Dopo il sit-in di Pescara, dove un centinaio di trattori si sono radunati nell’area dell’ex Cofa, oggi la protesta si sposta a Celano. Gli agricoltori, in stato d’agitazione non solo in Abruzzo ma in tutta Italia, protestano contro le politiche agricole dell’Unione Europea.

PESCARA – Farine d’insetti, carne coltivata, aumento delle tasse, accise del gasolio e svendita dei terreni. Sono queste grosso modo le questioni contro le quali si sono mobilitati gli agricoltori che dallo scorso 22 gennaio hanno organizzato in tutta Italia presidi e blocchi stradali. Le proteste hanno raggiunto anche l’Abruzzo: a Pescara gli agricoltori si sono radunati a bordo di circa un centinaio di trattori nell’area dell’ex Cofa, mentre oggi la protesta si sposta a Celano, ad un presidio nei pressi del casello autostradale.

Costi di produzione sempre più insostenibili e marginalità sempre più ridotte hanno portato gli agricoltori a far sentire la propria voce, anche nei confronti della Coldiretti, accusata in queste ore di un atteggiamento troppo lassista nei confronti delle poltiche agricole comunitarie, ma anche governative. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo nel corso della sessione pubblica al Consiglio Ue Agricoltura e Pesca a Bruxelles ha gettato la palla in tribuna: «In tutta Europa, mancanza di consapevolezza di quello che può essere il lavoro di rafforzamento nell’ambito del quadro dell’Unione europea, di politiche tese a garantire il reddito il giusto reddito per gli agricoltori, permettendo quel ricambio generazionale che tutti auspichiamo ma che si realizza esclusivamente se si punta anche a garantire la sopravvivenza di questo settore».

Le proteste degli agricoltori in Abruzzo ed in Italia arrivano sulla scia di quelle avvenute prime in Francia e poi in Germania. Il moto di sollevazione ha raggiunto anche la Romania.

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