Interviene all’ultimo appuntamento della rassegna letteraria Neon, il saggista Umberto Galimberti con una lezione intitolata “L’io e il Noi. Il primato della relazione”.
TERAMO – Il saggista Umberto Galimberti arriva a Martinsicuro, “Città che legge” dal 2018, in occasione della seconda edizione della rassegna letteraria NEON. Libri intorno e dentro il pianeta.
Dopo i saluti istituzionali della consigliera delegata alla cultura Giuseppina Camaioni, della consigliera delegata alla biblioteca Valentina Coccia e della direttrice artistica Valeria Di Felice, in cui l’amministrazione chiarisce quanto creda nel valore del libro come punto di convergenza e di relazione, Galimberti inizia il suo intervento sull’io e il noi: sulla relazione.
«Diciamo sempre “io voglio, io desidero” o addirittura “lei non sa chi sono io!”. Ma cos’è questo io? É la nostra parte razionale, ma non è l’unico personaggio che abita la nostra psiche. Ci sono molti abitanti nella casa di psiche e vale la pena di conoscerli».
«Se dico “io ti amo” chi è che parla? E tra le altre cose, chi sei tu? Ad esempio, l’amore non è a disposizione dell’io, semmai è l’amore che dispone dell’io. Nelle cose d’amore l’io collassa. L’io non è padrone in casa propria. Il primo abitante più potente dell’io è la follia. E l’io è il tentativo di tenerla a bada. Ma in tema di difesa è davvero molto fragile».
Cos’è la ragione?
«Niente di più che un sistema di regole che deve comunicare e prevedere i comportamenti, seguendo il principio di non contraddizione: una cosa è una cosa e non altro. Ma posso scaraventare un bicchiere che diventa così un’arma. Tutte le cose sono polivalenti».
I bambini come interpreti della verità
«I bambini che devono ancora arrivare all’età della ragione sono nella verità, sono nella polivalenza dei significati. Attraverso il “no” arrivano alla ragione, alla definizione del significato delle parole. Gli interpreti della verità sono i bambini, prima che la ragione diventi il loro modo di vivere».
La ragione è stata inventata da Platone – sottolinea Galimberti – ma la specificità di ognuno di noi non è per la parte razionale, ma per la parte folle.
«La follia è tutto ciò che accade dentro di noi quando sospendiamo la ragione – suo malgrado il saggista continua con la necessità di fare degli esempi per cercare di farsi capire – ci ubriachiamo e gli amici ci dicono “ieri sera non eri più tu”. Quando si va a letto, si spegne la razionalità e sogniamo. I sogni sono il teatro della follia. Nel sogno non funziona il principio di continuità: anzi l’effetto produce la causa. Non funzionano lo spazio e il tempo». Possiamo addormentarci a Martinsicuro a risvegliarci a New York. La mattina quando ci si sveglia bisogna recuperare la coscienza. Tutti i giorni.
La creatività è follia
La follia è la base di ogni forma di creatività. Con la ragione non si crea niente né un romanzo né una poesia.
La platea presente all’Hotel Park di Villa Rosa, che ha ospitato l’evento al posto della Torre Carlo V a causa del meteo incerto, ha ascoltato con attenzione Galimberti, applaudendo in diversi passaggi e sorridendo ai benevoli (ma non troppo) rimproveri del professore, che a più riprese ha evidenziato un certo sconforto di fronte all’attuale livello culturale del Paese.